martedì 31 gennaio 2012

Innova è partner Centrosolar



Qualità tedesca, Cuore italiano.


Innova arricchisce la qualità dell'offerta dei prodotti per il fotovoltaico in Sardegna con il marchio Centrosolar, leader in Germania per la produzione di prodotti per il solare fotovoltaico.

Finalmente l'approvazione del GSE per il primo impianto ad integrazione innovativa secondo il Titolo III del IV Conto Energia.
L'applicazione della tariffa incentivante per Integrazione Innovativa è la conferma che i sistemi S-Class Integration e S-Class Integration Deluxe soddisfanno i requisiti di prodotto come elencati nel IV Conto Energia e, anche se rimangono sempre a discrezione del GSE i requisiti di installazione, Centrosolar può così confermare a tutti i nostri clienti che con questi sistemi si può accedere agli incentivi più alti.

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Sardegna, bando da 13 mln per il solare termodinamico a concentrazione


Fonte: energymanager.net

L'Amministrazione Regionale Sarda, per mezzo della Determinazione direttoriale n. 386/99 del 12 gennaio 2012, ha reso noto un avviso per la presentazione di manifestazioni di interesse finalizzata alla realizzazione e/o gestione di uno o due impianti a tecnologia solare termodinamica a concentrazione. 

Il presente bando, pubblicato sul BUR Sardegna del 27 gennaio scorso, trova la sua ratio nel programma POR FESR 2007-2013 e mette a disposizione ben 13 milioni di euro per i Consorzi Industriali Provinciali della Sardegna, i Comuni della Sardegna o le Associazioni composte da Consorzi e Comuni o tra diversi Comuni, stimolati a costruire un impianto pilota solare termodinamico a concentrazione lineare. Il bando prevede che la taglia dell'impianto da realizzarsi dovrà essere compresa tra 3 e 4 MW termici (taglia indicativa 3,6 MWt). Tale struttura dovrà essere inoltre dotata di sistema di accumulo termico con capacità di stoccaggio "pari a qualche ora di funzionamento di impianto". Poichè la tecnologia oggetto del presente bando ha una aspettativa di vita media pari a 15 anni, da bando è previsto che tutto ciò "implichi che il soggetto che manifesta interesse deve assicurare la disponibilità dell’area e la volontà di realizzare, ospitare e gestire l’impianto per un periodo di 20 anni eventualmente prorogabili". Inoltre, sempre nel testo del bando, vengono a specificarsi le caratteristiche minime ideali del sito dove dovrà essere ospitato l'impianto. Queste sono: 

superficie minima 3 ettari;
• area idonea secondo le linee guida approvate con delibera della Giunta regionale n. 27/16 del 1.06.2011;
• terreno prevalentemente pianeggiante;
• assenza di ombreggiamenti (vegetazione ad alto fusto e formazioni collinari o montuose che possano ridurre l’esposizione solare);
• assenza di attività incompatibili nelle aree limitrofe;
• assenza di rilevanti vincoli paesaggistici/archeologici/ambientali;
• assenza di vincoli giuridici che limitano il diritto di proprietà;
• presenza di strade idonee a garantire la percorribilità ai mezzi pesanti. 

Le domande dovranno essere presentate entro e non oltre il giorno 26 febbraio 2012.

 Regione Sardegna. Bando per solare termodinamico a concentrazione (545.61 kB)

Pompe di calore a risparmio energetico, dall’UE il progetto HEAT4U

Fonte: greenstyle.it


Il riscaldamento domestico sarà sempre più al centro delle politiche ambientali italiane ed europee. Il suo impatto sul riscaldamento globale a causa dell’immissione in atmosfera di CO2, da una parte, e sulle emissioni di particolato e polveri sottili, dall’altro, è ormai noto da tempo e va ridotto in fretta, in maniera efficiente e possibilmente anche economica.

L’Unione Europea, dal 2007, sta studiando come fare. Una delle soluzioni possibili, e al momento più promettenti, è quella delle pompe di calore ad assorbimento alimentate a gas metano. Questa tecnologia è al centro del progetto europeo HEAT4U, sostenuto da un consorzio di enti e società private che hanno messo sul tavolo circa 10 milioni di euro.

I soggetti che partecipano al consorzio sono in totale 15: le società italiane Robur, Pininfarina, D’Appolonia e CF Consulting, supportate dall’ENEA e dal Politecnico di Milano, le tedesche Bosch, E.ON e il centro di ricerca Fraunhofer Institute, le francesi GDF Suez e Gas Reseau Distribution France, il gruppo l’inglese British Gas, la polacca Flowair e le slovene Primorje e ZAG. Mezza Europa per favorire la diffusione delle pompe di calore ad assorbimento. Perché?

Semplice: i risultati fino a oggi ottenuti permettono di avere un’efficienza fino al 165%. Il che vuol dire che, spendendo 100 di energia, se ne ottiene 165 in calore. Impossibile? No, perché quel 65% in più viene dalle fonti rinnovabili.

In particolare dall’energia aerotermica. Fonte quasi sconosciuta al grande pubblico, questa nuova rinnovabile è in realtà una delle grandi sfide del futuro. L’aria che ci circonda, in pratica, contiene sempre del calore. Persino quando è a -20 gradi centigradi. Una pompa ad assorbimento non fa altro che strappare questo calore all’aria e immetterlo nel circuito di riscaldamento domestico e in quello dell’acqua calda sanitaria permettendo un enorme risparmio energetico.
Ecco da dove viene quell’energia e quel calore apparentemente prodotti dal nulla: dall’aria che ci circonda. Ma non solo: questo tipo di pompa di calore può essere integrata da altre fonti rinnovabili termiche come la geotermia e il solare sui tetti.

Fatta la tecnologia, bisogna diffonderla. L’obbiettivo del consorzio HEAT4U, quindi, è quello di favorire l’adozione di queste nuove pompe di calore anche negli edifici residenziali di piccola taglia e non solo nei grandi condomini e negli edifici commerciali e industriali.

Come l’energia eolica e solare fanno scendere la bolletta

Fonte: vostrisoldi.it


A causa della dipendenza dal metano per la produzione di energia elettrica nel nostro Paese (che avrebbe potuto portare ad un aumento pari al 6% delle tariffe in bolletta), si è diffusa la convinzione errata che le energie rinnovabili possano avere delle ricadute negative sui costi dell’energia elettrica. In realtà non è affatto così, anzi si può affermare che l’utilizzo dell’energia solare e dell’energia eolica portino ad un calo delle tariffe delle nostre bollette.

Che cosa determina l’aumento della bolletta

Le previsioni riguardo all’aumento del 6% sono state smentite, perché la componente energia nelle bollette rappresenta una parte minima, visto che molti degli aumenti riguardano tasse e diverse addizionali. È vero però che dipendere dagli idrocarburi per la produzione energetica espone a dei rischi conseguenti all’aumento dei prezzi di petrolio e di metano. Con l’eolico e il solare la questione cambia.

La copertura dei consumi elettrici

L’aumento delle bollette non è stato del 6%, come l’incremento del costo del metano faceva pensare, ma circa del 2%: tutto merito dell’eolico e del fotovoltaico. I consumi di energia elettrica che si effettuano di giorno in giorno vengono coperti ora per ora tramite l’accettazione, secondo un ordine che riguarda la convenienza, delle offerte messe a disposizione dai differenti impianti. L’offerta più cara determina il prezzo finale relativo ad una determinata fascia oraria. L’energia elettrica prodotta grazie agli impianti eolici e agli impianti solari entra sempre a far parte del gruppo delle offerte accettate, anche perché si tratta di un tipo di energia che non ha costi.

Il motivo del mancato aumento delle bollette

L’accettazione delle offerte dell’energia elettrica ricavata dal sole e dal vento fa in modo di limitare o di escludere da alcune fasce orarie l’energia ricavata dagli idrocarburi, che quindi non incidono sul prezzo finale dell’energia stessa. Di conseguenza le tariffe delle bollette scendono. Si calcola che gli Italiani possono risparmiare in questo modo un miliardo di euro ogni anno.

Fotovoltaico: ecco chi è d'accordo con lo stop agli incentivi previsto dal decreto liberalizzazioni

Fonte: greenbiz.it

Abbiamo parlato delle reazioni delle associazioni del settore dopo la pubblicazione in Gazzetta ufficiale del decreto legge1/2012, che blocca gli incentivi per gli impianti fotovoltaici in aree agricole. Ma c’è anche la seconda faccia della medaglia: chi lotta per la tutela del territorio, come la LIPU, è infatti molto soddisfatto della decisione del governo.

Il fotovoltaico in aree agricole non potrà più essere incentivato tramite il Conto Energia. E’ quanto previsto dall'articolo 65 del decreto liberalizzazioni pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il 24 gennaio. Sono esclusi gli impianti il cui iter autorizzativo è già in corso e quelli per i quali è già stata presentata richiesta, a patto che entrino effettivamente in esercizio entro un anno.

A scaldare gli animi delle associazioni del settore è stato il sovrapporsi di questa norma (l’art. 65 appunto) con quanto previsto dal decreto sulle rinnovabili dello scorso anno, che appunto concedeva incentivi al fotovoltaico agricolo e dava un anno di tempo per far entrare in esercizio gli impianti. Così, in pratica, ai produttori verrebbero tolti alcuni mesi per poter incassare gli ecobonus rendendo gli impianti operativi. E anche la Cgil, nelle ultime ore, si è schierata a loro favore, difendendo il decreto legge n. 28 del 3 marzo 2011, quello sulle rinnovabili appunto.

Ma ecco l’altro lato della medaglia. Sappiamo bene, infatti, che ci sono numerosissime realtà che lottano per la difesa del suolo e delle attività prettamente agricole e non vedono di buon occhio l’occupazione del terreno da parte di chi, installando pannelli solari senza scrupolo, punta a trarne profitto. I terreni agricoli, secondo dati Coldiretti, ospitano infatti il 42,4% del fotovoltaico italiano e, proprio per questo, anche il ministro delle Politiche agricole, Mario Catania, ha affermato che la norma punta ad arginare questo fenomeno, dilagante soprattutto al Sud. La stessa cosa, a grandi linee, era stata ribadita dal ministro dell’Ambiente, Corrado Clini.

I due ministri raccolgono il favore di molti, in ogni caso, ad esempio della Lipu. Ecco cos’ha dichiarato Enzo Cipressidella delegazione pugliese: “Vaste aree del Mezzogiorno sono ormai snaturate e devastate dalla corsa alle rinnovabili ‘senza se e senza ma’. Un capitolo triste, ascrivibile a quella miseria politica che ha gratificato speculatori e faccendieri, con il sostegno di una evidente sottocultura con la quale gli impianti industriali fotovoltaici - come quelli eolici - sono stati addirittura definiti ‘parchi'".

" A fronte di distese solari disseminate qua e là, senza criterio e rispetto alcuno nelle aree agrarie e pastorali, poco più in là le urbanizzazioni, le aree industriali o comunque antropizzate da decenni di cemento selvaggio rimangono invece del tutto o quasi inutilizzate da tali insediamenti. In tali aree, già compromesse sul piano ambientale, non ci sarebbe bisogno nemmeno di impattanti e costosi elettrodotti. Per la LIPU, ma anche per chiunque abbia un minimo di buon senso, un paradosso evidente, banale e soprattutto intollerabile”, ha aggiunto Cipressi

Non tutti, quindi sono d’accordo con le associazioni del fotovoltaico, in primis Anie/Gifi e Assosolare. Anzi, c’è chi pensa “senza se e senza ma” che debbano vincere le ragioni del territorio. Ma davvero queste ragioni dovranno essere per sempre in contrasto con lo sviluppo di un settore importantissimo per il rilancio del nostro Paese

Energie rinnovabili: guida agli incentivi nazionali per i cittadini

Fonte: sostariffe.it

Esistono diversi incentivi nazionali che possono incentivare l’uso, da parte dei cittadini, di fonti energetiche rinnovabili, come il fotovoltaico, il solare termico, l’eolico, ecc…, inesauribili, senza impatto ambientale per l’assenza di gas serra e scorie inquinanti.

Gli incentivi nazionali rivolti ad impianti di fonti rinnovabili per la produzione di energia elettrica in casa sono:

- Quarto conto energia per il solare fotovoltaico

- Tariffa Onnicomprensiva per fonti rinnovabili ad esclusione del fotovoltaico

- Detrazione fiscali per riqualificazione energetica e pannelli solari.

QUARTO CONTO ENERGIA

Che cos’è e chi può accedervi?

Introdotto in Italia con il Decreto ministeriale del 28 luglio 2005 il Conto energia è un programma europeo che incentiva la produzione di energia elettrica tramite impianti fotovoltaici connessi alla rete elettrica. Può essere richiesto da chiunque abbia impianti di potenza non inferiore a 1 kW ed entrati in esercizio tra il 31/05/2011 e il 31/12/2016.

Rientrano nella tipologia incentivabile, il fotovoltaico, il fotovoltaico innovativo, il fotovoltaico a concentrazione e il fotovoltaico con innovazione tecnologica.

Come richiederlo?

E’ possibile richiedere gli incentivi solo tramite il portale GSE dove si trovano i documenti necessari quali: iscrizione al registro, richiesta di incentivazione, certificato antimafia.

TARIFFA ONNICOMPRENSIVA (TO)

Che cos’è e chi può accedervi?

Si tratta del sistema di incentivazione di durata quindicinale rivolto agli impianti da fonti rinnovabili, escluso il fotovoltaico, entrati in esercizio successivamente al 31 dicembre 2007.

E’ l’alternativa ai Certificati Verdi nel caso di impianti più piccoli, ovvero di potenza nominale annua non superiore ad 1MW e 0,2 MW per gli impianti eolici.

La tariffa è onnicomprensiva in quanto include sia il valore dell’incentivo sia la remunerazione della vendita di energia immessa nella rete elettrica.

La legge n.244 del 2007 poi modificata dalla 23/07/2009 indica i valori della tariffa onnicomprensiva:

1) Eolica per impianti di taglia inferiore a 200 kW 0,30 €/kWh

3) Geotermica 0,20 €/kWh

4) Moto ondoso e maremotrice 0,34 €/kWh

5) Idraulica diversa da quella del punto precedente 0,22 €/kWh

6) Biogas e biomasse, esclusi i biocombustibili liquidi ad eccezione degli oli vegetali puri tracciabili attraverso il sistema integrato di gestione e di controllo previsto dal regolamento (CE) n. 73/2009 del Consiglio, del 19 gennaio 2009 0,28 €/kWh

Gas di discarica, gas residuati dai processi di depurazione e biocombustibili liquidi ad eccezione degli oli vegetali puri tracciabili attraverso il sistema integrato di gestione e di controllo previsto dal regolamento (CE) n. 73/2009 del Consiglio, del 19 gennaio 2009 0,18 €/kWh

Quali sono le modalità per accedere alla tariffa?

E’ necessario richiedere la qualifica IAFR per l’intervento impiantistico, effettuare la registrazione sul portale del GSE e fare richiesta elettronica del regime TO attraverso i modelli a disposizione.

DETRAZIONE FISCALE

Che cos’è e chi può accedervi?

Si tratta di una detrazione del 55% su spese per l’esecuzione di interventi di riqualificazione energetica e di contrasto alle dispersioni termiche ( quali coibentazione di pareti, serramenti, infissi etc..) su edifici esistenti al fine ridurre il fabbisogno annuo di energia per la climatizzazione invernale. Gli indici che misurano il risparmio energetico sono elaborati in funzione della categoria in cui l’edificio è classificato e della zona climatica in cui p situato.

Un tecnico abilitato ed iscritto al proprio Ordine o Collegio Professionale deve asseverare, in taluni casi anche con una dichiarazione, il rispetto dei limiti di dispersione raggiunti al seguito dei lavori.

Il valore massimo della detrazione fiscale è di 100.000 euro.

Come viene concessa l’agevolazione?

Entro 90 giorni dal termine dei lavori, è necessario inviare telematicamente all’ENEA ( www.acs.enea.it)i seguenti documenti:

- copia dell’eventuale attestato di certificazione o qualificazione energetica ( allegato A)

- asseverazione del professionista;

- la scheda informativa relativa agli interventi realizzati (allegato E o F);

Per visualizzare gli allegati A, E ed F scarica gli allegati per detrazione fiscali 55%

L’Enea, in caso di corretta procedura, invierà una ricevuta telematica.

E importante conservare i seguenti documenti:

- il certificato di asseverazione redatto dal tecnico abilitato;

- la ricevuta di invio tramite internet emessa da Enea;

- le fatture o le ricevute fiscali comprovanti le spese sostenute;

- la ricevuta del bonifico bancario o postale attraverso cui è stato effettuato il pagamento

Innova & SunPower 1° in Sardegna nel Fotovoltaico


lunedì 30 gennaio 2012

Pannelli fotovoltaici vecchi? Pronto il sistema di riciclo made in Italy

Fonte: gogreen.virgilio.it

Silicio, vetro, alluminio e plastica: i pannelli solari valgono doppiamente. Dopo aver prodotto energia verde possono essere riciclati grazie ad una filiera italiana dedicata al loro recupero.

Il fotovoltaico italiano arriva ad una potenza complessiva di 11.100 Mw, pari a 228.000 impianti installati sul territorio del Bel paese, con una crescita che non conosce precedenti: solo nel 2010, sottolineano i tecnici, il fotovoltaico italiano è cresciuto del 215% per quanto riguarda la numerosità degli impianti e del 324% in termini di potenza installata.

Un trend che fa sperare in una seria crescita delle rinnovabili, nonostante le incertezze normative degli ultimi mesi. Parliamo infatti di numeri positivi, di fronte ai quali non si può far altro che sorridere, pensando a quanta energia pulita sia stata prodotta da questi impianti. Ma resta ancora da risolvere un dettaglio non trascurabile: il recupero e lo smaltimento dei pannelli esausti. 

Parliamo di circa 52 milioni di panelli solari in esercizio, a fronte di un unico impianto di riciclaggio, in Germania. Unico fino ad ora, dato che Ecolight, consorzio nazionale per la gestione dei rifiuti elettrici ed elettronici (Raee), ha pensato di realizzare il primo sistema integrato tutto italiano per la raccolta e lo smaltimento dei pannelli solari. Una buona notizia dunque, che si somma al lavoro già iniziato qualche anno fa da PV CYCLE, l’associazione internazionale che raccoglie leaziende del fotovoltaico impegnate in un programma volontario di recupero e riciclo degli impianti a conclusione della loro vita.

L’idea di Ecolight è quella di garantire il ritiro dei pannelli solari rotti, o semplicemente vecchi, in tutto il territorio nazionale, assicurandone il corretto trattamento e il riciclo dei preziosi materiali contenuti negli impianti: «si tratta del primo servizio svolto interamente sul territorio italiano – spiega il direttore di Ecolight, Giancarlo Dezio - che anticipa, di fatto, le prescrizioni normative contenute nel decreto del 5 maggio 2011. La maggior parte dei pannelli solari non più funzionanti è interamente recuperabile. Opportunamente trattati, infatti, è possibile ottenere silicio, vetro, alluminio e plastica: tutte materie prime seconde, che possono essere reimmesse nei cicli produttivi facendo risparmiare energia e contribuendo a salvaguardare l'ambiente».

In effetti i numeri ci sono: solo nell’ultimo anno sono stati buttati via 50.000 pannelli solari, volume che, secondo gli esperti, è destinato a crescere esponenzialmente. Si stima infatti che in Italia sia in funzione un modulo fotovoltaico per ogni abitante: «calcolando che i moduli hanno una vita media stimata in 20-25 anni e che la diffusione in Italia ha preso corpo negli anni Novanta – conclude Giancarlo Dezio - stiamo registrando una crescita esponenziale nella generazione di questi rifiuti che, pur non essendo pericolosi, tranne quelli che contengono telloruro di cadmio, richiedono un trattamento particolare affinché sia possibile ottenere materie prime seconde».

Fotovoltaico agricolo: LIPU favorevole allo stop degli incentivi

Fonte: greenstyle.it

Ricorderete probabilmente la decisione del Ministro Corrado Clini di dire basta al fotovoltaico sui campi agricoli. Un “basta” che significava, essenzialmente, stop agli incentivi per tutti quegli impianti sorti su terreni destinati alla coltivazione.

Come era immaginabile attorno a questa decisione, che ha preso una forma concreta nel Decreto Cresci Italia (art. 65), si è aperta una discussione, anche aspra, fra i favorevoli alle nuove disposizioni e chi invece non vorrebbe veder toccati i finanziamenti al fotovoltaico. Per certi versi, possiamo dire, assistiamo ad una certa spaccatura dentro il fronte ambientalista.

Tra le voci contrarie da sempre al fotovoltaico agricolo – e quindi d’accordo con Clini – non poteva mancare il Comitato Nazionale contro Fotovoltaico ed Eolico nelle Aree Verdi, che si batte proprio contro il dilagare delle rinnovabili in campi agricoli ed aree naturali. Il messaggio è inequivocabile:

La cancellazione degli incentivi al fotovoltaico sui terreni agricoli è un grande risultato che il Parlamento dovrà approvare e difendere ma ancora non basta per salvare l’Italia dalla piaga del fotovoltaico industriale in aree agricole, lacustri e più in generale naturali!
Chiediamo perciò, facendo seguito alla lettera protocollata al Governo da ben 60 associazioni da tutt’Italia nei giorni scorsi anche contro l’agrofotovoltaico, che non siano equiparati gli incentivi per il fotovoltaico-bluff su serra a quelli per il fotovoltaico virtuoso sugli edifici recenti. Vi è il serio rischio che si apra un pericoloso spiraglio che permetterebbe agli speculatori di sfruttare una ulteriore opportunità per ricoprire l’Italia di finte serre fotovoltaiche totalmente inutili e nocive sotto il profilo ambientale, paesaggistico oltre che economico.
Urge una Moratoria per fermare gli impianti già autorizzati per centinaia di ettari di vita e natura a rischio la cui realizzazione vanificherebbe in parte l’efficacia “salva-BelPaese” degli attuali provvedimenti sul fotovoltaico!

Sulla stessa lunghezza d’onda anche la Lipu. Enzo Cipressi della sezione Puglia dell’associazione dichiara, infatti:

Vaste aree del Mezzogiorno sono ormai snaturate e devastate dalla corsa alle rinnovabili ‘senza se e senza ma’. Un capitolo triste, ascrivibile a quella miseria politica che ha gratificato speculatori e faccendieri, con il sostegno di una evidente sottocultura con la quale gli impianti industriali fotovoltaici (come quelli eolici), sono stati addirittura definiti ‘parchi’. A fronte di distese solari disseminate qua e là, senza criterio e rispetto alcuno nelle aree agrarie e pastorali, poco più in là le urbanizzazioni, le aree industriali o comunque antropizzate da decenni di cemento selvaggio rimangono invece del tutto o quasi inutilizzate da tali insediamenti. Per altro, in tali aree, già compromesse sul piano ambientale, non ci sarebbe bisogno nemmeno di impattanti e costosi elettrodotti. Per la LIPU, ma anche per chiunque abbia un minimo di buon senso, un paradosso evidente, banale e soprattutto intollerabile.

Meno favorevoli risultano ovviamente i commenti delle aziende di settore, che vedono ridotto un business che già aveva subito diversi tagli nel passato recente. Su Assosolare leggiamo:

Il testo pubblicato introduce, incredibilmente, disposizioni retroattive che ledono gravemente i diritti dei produttori fotovoltaici che in buona fede hanno iniziato a realizzare nuovi impianti secondo la normativa vigente, da soli 10 mesi.

Le aziende lamentano il fatto che le regole non dovrebbero cambiare con questa rapidità. E qualcuno inizia, per questo motivo, a ritenere il provvedimento incostituzionale. Sperando che quest’ultima vicenda sia chiarita al più presto, vi terremo aggiornati sull’argomento.

Energia, con le detrazioni fiscali al 55% risparmiati 896 milioni in 3 anni

Fonte: adnkronos.com


Il provvedimento di incentivazione delle riqualificazioni energetiche degli edifici introdotto nel 2007 ha prodotto significativi benefici, sia in termini energetici e ambientali, che in termini economici.

Roma, 30 gen. - (Adnkronos) - Grazie alle detrazioni fiscali del 55%, dal 2007 al 2010, le famiglie italiane hanno potuto risparmiare circa 896 milioni di euro. E' quanto stima Althesys, società di consulenza nel settore delle utilities. Il provvedimento di incentivazione delle riqualificazioni energetiche degli edifici introdotto nel 2007 ha, dunque, prodotto significativi benefici, sia in termini energetici e ambientali, che in termini economici. In particolare, in soli 3 anni, le detrazioni fiscali del 55%, spiega Alessandro Marangoni, ceo do Althesys, "hanno permesso di conseguire un risparmio, in termini di energia finale, pari a 5.204 Gwh all'anno. Un risultato che ha permesso di evitare all'ambiente 2,6 milioni di tonnellate di emissioni di Co2".

Anche in termini economici il beneficio è consistente. Valorizzando l'energia risparmiata al prezzo medio annuo di un consumatore domestico tipo, risulta che "le famiglie italiane hanno potuto risparmiare circa 896 milioni di euro grazie alle detrazioni del 55%". L'efficienza energetica, sottolinea Marangoni, "rappresenta un elemento chiave per raggiungere gli obiettivi di politica ambientale al 2020".

Tuttavia, non essendo questo target vincolante, aggiunge il ceo di Althesys, ''spesso rimane in subordine rispetto a quanto fissato dalla direttiva europea. Oggi si sostengono investimenti ingenti per sviluppare il settore delle rinnovabili. Puntare sull'efficienza, e quindi ridurre i consumi, può consentire all'Italia di rispettare i target (vincolanti) con minori installazioni e, quindi, con incentivi inferiori''.

Gli obiettivi fissati dal Piano d'azione nazionale (Pan) per le rinnovabili sono calcolati basandosi su uno scenario di previsione dei consumi al 2020. Tale scenario, "tiene già conto degli effetti delle misure in materia di efficienza energetica, che saranno contenute nel Piano straordinario di efficienza energetica". Di conseguenza, "tutte le stime della potenza che l'Italia dovrà installare in impianti alimentati da Fer (Fonti energetiche rinnovabili) e dei costi che i consumatori pagheranno in bolletta per incentivare tali investimenti si basano sul presupposto che si riesca a conseguire un risparmio nel settore elettrico di 2,8 Mtep al 2020''.

Ma quali sarebbero le conseguenze per il sistema Italia se non si raggiungesse tale obiettivo? Per Marangoni, il rispetto dei target previsti dalla direttiva richiederebbe l'installazione di una capacità di generazione da Fer aggiuntiva, che potrebbe essere pari a: "1,6 Gw nel caso in cui si ricorra alle rinnovabili nella quota prevista dal mix energetico risultante dal Pan (scenario mix) o 8,2 Gw qualora si sopperisse alla maggiore domanda di energia con elettricità prodotta esclusivamente da fonti rinnovabili (scenario Fer)".

Tale potenza, aggiunge Marangoni, "sarebbe addizionale rispetto a quanto stimato nello scenario Pan, secondo cui la capacità da installare nelle Fer al 2020 (escluso il grande idroelettrico) ammonta a 29,9 Gw". In entrambi i casi, però, "si dovrebbero mantenere incentivi più elevati, con un conseguente maggiore onere per i consumatori. Nell'ipotesi che le tariffe per gli impianti realizzati da qui al 2020 siano mantenute a livelli più elevati, la maggior spesa ammonterebbe a: 14,2 miliardi di euro nel caso in cui la domanda sia soddisfatta nella modalità prevista nello scenario mix oppure 24,4 miliardi di euro nel caso in cui si sopperisca al maggior fabbisogno energetico ricorrendo esclusivamente alle fonti rinnovabili".

L'impatto complessivo del mancato raggiungimento degli obiettivi di efficienza energetica per l'Italia "comporta un conseguente peggioramento del risultato del bilancio costi-benefici che si realizzerebbe nel caso Pan. Il confronto tra questo bilancio e quello dello scenario mix, ("ragionevolmente quello più probabile nel caso non si cogliessero gli obiettivi di efficienza energetica"), per Marangoni, "evidenzia un chiaro peggioramento del risultato, che scende di quasi 6,8 miliardi di euro".

Infatti, "nonostante l'incremento della capacità produttiva da Fer comporti un maggiore indotto, nuovi posti di lavoro e, di conseguenza, un incremento del Pil, il livello più elevato di incentivi prevedibile per spingere i maggiori investimenti necessari porta a un saldo finale peggiore". Inoltre, conclude Marangoni, "gli effetti complessivi per il Paese, ambientali ed economici, sarebbero negativi dovendo soddisfare la maggiore domanda energetica con il ricorso non solo alle rinnovabili, ma anche alle fonti fossili.

domenica 29 gennaio 2012

Fotovoltaico: Italia prima al mondo!

         L’onda energetica.
     
Pensieri sull’energia rinnovabile e sviluppo eco-sostenibile.
         di Marco Sotgiu


Il successo delle energie rinnovabili in Italia ci proietta in primo piano nel mondo intero. Il futuro sostenibile è nelle nostre mani, siamo diventati il punto di riferimento e adesso siamo noi che dobbiamo guidare lo sviluppo della produzione di energia pulita.
Il fotovoltaico nel 2011 ha registrato record in Europa di investimenti e di installazioni, tanto che nel 2011 abbiamo superato la potenza installata dalla Germania, che sembrava distante anni luce e siamo i primi al mondo per la potenza installata (dal rapporto IHS iSupply).
In Italia un quarto della produzione elettrica deriva dalle energie rinnovabili. L’idroelettrico, nel mix di produzione di energia pulita, è la più importante fonte di produzione, ma ha già raggiunto il suo massimo sviluppo. Le biomasse, il fotovoltaico l’eolico ed il geotermico sono in grande crescita.
Il Ministro dell’Ambiente Clini, ha di recente dichiarato: “il fotovoltaico ha un potenziale enorme di sviluppo, attualmente viene utilizzato solo il 10-12% del suo potenziale”.
Ban Ki-moon, segretario generale delle Nazioni Unite ha proclamato ufficialmente il 2012 “ Anno Internazionale dell’energia sostenibile per tutti” .
 Dai dati ENEA (primo rapporto sull’efficienza energetica), il risparmio energetico conseguito in Italia al  al 31/12/2010, è pari a 47800 GWh all’anno (dal 2007 al 2010).
Dai recenti sondaggi, ( Ipr marketing e la Fondazione Univerde) la maggior parte degli italiani dichiara che farebbero un impianto solare fotovoltaico
Da un’indagine diffusa da Fondazione impresa il 30% degli italiani ha effettuato interventi di riqualificazione energetica degli edifici, e un italiano su quattro si interessa al risparmio energetico degli edifici.
Siamo in attesa che entro la fine di Febbraio vengano ridefinite le basi per i nuovi incentivi che stanno portando al perfezionamento di un sistema che avvantaggi la filiera italiana, per favorire lo sviluppo tecnologico ed economico e che porranno fine sull’occupazione massiccia del fotovoltaico nei campi agricoli, avvantaggiando l’installazione sui tetti delle aziende agricole.
Ci sono tutti i presupposti per un altro anno di grande lavoro.
La consapevolezza degli italiani è chiara, la direzione verso lo sviluppo eco-sostenibile è già una certezza e diventa il volano di una ripresa economica che tutti speriamo.

Crédit Suisse, rinnovabili opportunità per investitori a lungo periodo

Crédit Suisse ha pubblicato un articolo sulla situazione economica delle energie rinnovabili rispetto a quelle provenienti da fonti fossili. 
Un rapido crollo dei prezzi delle tecnologie solari ed eoliche si accompagna alla riduzione delle sovvenzioni pubbliche. Dall’altra parte il costo dell’elettricità da fonti fossili è in costante aumento. Questo il testo parziale: “Negli ultimi tempi, molti governi europei si sono visti alle prese con problemi del debito senza precedenti e aspettative di crescita economica deludenti. Incalzati dall'impellente necessità di attuare rigorose misure di austerità, i politici si accingono a rivalutare le voci di spesa, compresi i programmi di sovvenzione.
Nonostante i numerosi benefici a lungo termine attribuiti alle energie alternative, nell'attuale periodo di turbolenze ci si interroga sulla disponibilità di risorse da destinare a queste tecnologie. 
Prima di giungere a conclusioni affrettate, è opportuno analizzare nel dettaglio la portata dei sussidi. Secondo i dati forniti dall'Agenzia internazionale per l'Energia, a livello globale nel 2010 sono stati complessivamente destinati alle energie rinnovabili 66 miliardi di dollari, ben poco rispetto ai 409 miliardi confluiti nel settore dei combustibili fossili. Rapportate al PIL totale della zona dell'euro, le sovvenzioni rappresentano una quota inferiore allo 0,4 per cento. 

Alla luce di questi dati, è probabile che le misure di riduzione dei costi in altri settori si riveleranno più efficaci in termini assoluti. La dinamica in atto è inoltre caratterizzata dall'incalzante flessione dei prezzi delle tecnologie che sfruttano le fonti di energia rinnovabile. L'esempio più emblematico è dato dai pannelli fotovoltaici, che dal 2008 a oggi hanno accusato un crollo dei prezzi del 75 per cento. Secondo le piattaforme EnergyTrend e PVinsights, i prezzi a pronti dei moduli solari in silicone cristallino stanno scendendo a quota 1 dollaro/W. La massiccia contrazione è ascrivibile al marcato squilibrio tra la debolezza della domanda e l'aumento delle capacità produttive globali. 

Tra i produttori di moduli si è scatenata un'accesa concorrenza, alimentata in particolare dalle strutture a basso costo e dalla disponibilità di finanziamenti di cui beneficiano le imprese cinesi. L'Italia, il Regno Unito e, in tempi più recenti, la Germania hanno operato un taglio delle sovvenzioni destinate all'energia solare per adeguarsi all'andamento dei prezzi ed evitare un utile sproporzionato sul capitale investito. In quanto molto più conveniente, l'energia eolica è invece meno vincolata ai sussidi pubblici. 

Le principali sfide del settore consistono in difficoltà di finanziamento e in un eccesso di capacità che erode a ritmo sostenuto i prezzi delle turbine. I prezzi dell'energia elettrica prodotta con combustibili fossili sono invece in aumento. A causa della protratta scarsità dell'offerta, dalla fine del 2010 le centrali a carbone si sono viste confrontate con un'impennata dei prezzi del combustibile. 
Stando alle stime di New Energy Finance, il costo livellato dell'energia elettrica (LCOE, levelized cost of electricity) prodotta nei nuovi stabilimenti supera ora quota 75 dollari/MWh e ha dunque subito un incremento del 36 per cento nell'ultimo biennio, a fronte del calo di quasi il 30 per cento osservato nel settore del solare. 

I prezzi delle rinnovabili si fanno dunque sempre più competitivi rispetto alle fonti di combustibili fossili. A condizione che siano soddisfatti determinati requisiti, quali la presenza di vento e un'elevata prestazione delle turbine, sotto il profilo economico l'energia eolica si lascia già oggi alle spalle le nuove centrali alimentate a carbone e gas. Benché si stia sottraendo al giogo delle sovvenzioni, la maggior parte delle tecnologie rinnovabili – solare in testa – non potrà farne completamente a meno ancora per qualche anno. 
Una volta raggiunta la cosiddetta "grid parity", il settore vivrà una fase di crescita vigorosa e sostenibile. Fino ad allora e durante il periodo di transizione, le piazze azionarie esposte al settore dell'energia rinnovabile saranno probabilmente caratterizzate da un elevato grado di volatilità e la performance dei titoli dipenderà in larga misura dalle decisioni di mercato in materia di sovvenzioni. 

L'attuale contesto di mercato presenta implicazioni di rilievo per gli investitori. A patto che siano in grado di selezionare i titoli che escono vincitori dalla crisi, durante la fase di consolidamento gli operatori potranno infatti cogliere interessanti opportunità d'investimento. In un'ottica di lungo periodo, le società tecnologiche dotate di barriere efficaci e di un elevato potere di fissazione del prezzo sono ben posizionate per fronteggiare le turbolenze in atto e conquistare quote di mercato.”

Fonte: Crédit Suisse

Casa efficiente: l'Italia sfida l'Europa

Fonte: corriere.it

Med in Italy parteciperà alla gara di Madrid per la migliore costruzione autosufficiente a energia solare

MILANO - Nel 2002 il dipartimento per l’energia degli Stati Uniti diede il via a Solar Decathlon, un concorso a cadenza biennale che invita atenei di tutto il mondo a progettare una casa autosufficiente a energia solare. Una volta selezionati, venti team di progetto vengono invitati a Washington dove, nella fase finale della competizione, assemblano la propria abitazione in scala reale, la mostrano al pubblico nel National Mall e si sottopongono a dieci prove di qualità (da qui il nome di decathlon). Il buon seguito dell’iniziativa ha spinto verso l’istituzione della versione europea, cosicché dal 2007 il Solar Decathlon Europe-Sde (a settembre di anni alterni, a Madrid) prosegue nella ricerca di case «industrializzate, solari e sostenibili».

MED IN ITALY - Il primo progetto italiano ammesso a Sde 2012 si chiama Med in Italy, e fino al 29 di gennaio è stata visibile in anteprima, in piccola porzione, a Klimahouse, la fiera di Bolzano dedicata all’efficienza energetica. Frutto della collaborazione tra docenti e studenti dell’Università di Roma Tre, del Laboratorio di disegno industriale della Sapienza, del Casaclima Master Research Team della Libera Università di Bolzano e di Fraunhofer Italia, Med in Italy ripropone, leggendola in chiave tecno-ecologica, la tipologia della casa mediterranea con patio. Per quanto pensata «per una coppia giovane che punta a recuperare il tradizionale stile di vita mediterraneo» (e per questo dotata di «un grande tavolo, per invitare amici e parenti per mangiare e stare insieme», come spiega Chiara Tonelli, team leader del progetto), Med in Italy ha uno dei suoi punti di forza nell’adattabilità a contesti molto diversi.

EFFICIENZA - Con i suoi 150 metri quadri totali (45 calpestabili, il resto è occupato dal patio o dalle murature, spesse 50 centimetri) e la completa assenza di allacci «può essere realizzata in zone non urbanizzate, o in situazioni di emergenza, vista la facilità di costruzione (due giorni, ndr), o persino per alberghi ecosostenibili sulle coste mediterranee». Nella parte in mostra a Bolzano – l’angolo nord est della casa – è possibile osservare uno dei componenti che caratterizza questa abitazione «ad alta efficienza e totale autoproduzione energetica»: pannelli fotovoltaici verdi a tecnologia Cis. «Volevamo un prodotto che consentisse anche qualità architettonica», continua Tonelli, «e il fotovoltaico nero non si integrava. La tecnologia Cis invece si presta bene: è sottile come quella del silicio, cosa che permette la sua installazione anche in facciata; produce energia per radiazione diffusa, quindi funziona anche in una giornata nuvolosa, e inoltre non utilizza il cadmio».

ELEMENTI - La sezione di Med in Italy installata a Klimahouse mostra anche alcuni degli elementi tecnici integrati: pannelli radianti a bassa temperatura e binari elettrificati a bassa tensione che ospitano led realizzati su misura. L’energia necessaria per elettrodomestici, riscaldamento e raffrescamento dell’aria, illuminazione artificiale, utilizzo di televisione e computer è prodotta dal fotovoltaico, mentre la stratigrafia delle pareti, realizzata da Rubner, contribuisce alla gestione energetica dell’intera abitazione. Grazie a speciali guaine impermeabilizzanti e a un cool roof, Med in Italy è equipaggiata per resistere anche a piogge torrenziali e al surriscaldamento estivo.

COMPETIZIONE - A settembre dovrà competere con 19 costruzioni dello stesso tipo, e rivaleggiare su dieci prove: architettura, ingegneria e costruzione, sistemi solari e acqua calda sanitaria, bilancio di energia elettrica, condizioni di benessere, funzionamento della casa, comunicazione e azione sociale, industrializzazione fattibilità di mercato, innovazione, sostenibilità. Durante il concorso, delle centraline di rilevamento, posizionate al loro interno, misureranno temperatura interna, qualità e umidità dell’aria, livelli di illuminazione, efficienza dei sistemi fotovoltaici e consumo elettrico. Il vincitore (ovvero il team che raggiunge sulle varie prove il punteggio più alto) guadagnerà la gloria, «ma non soldi o cose del genere. Ogni squadra ha già ottenuto 100 mila euro per partecipare al concorso con il proprio progetto. Essere stati ammessi tra i venti partecipanti di Sde», conclude Tonelli, «è una vittoria di per sé».

CHIP House: la casa del futuro sostenuta da energia solare e controllata da Kinect

Fonte: altadefinizione.hdblog.it

Inizialmente la “Compact Hyper-Insulated Prototype” (CHIP House) era stata pensata come un modulo abitativo a zero emissioni in grado di provvedere all’esigenze di energia elettrica ma, il prodotto finale è andato ben oltre le aspettative riuscendo a sviluppare una quantità di energia pari a tre volte quella necessaria tramite i pannelli solari e l’interazione con sensori della Kinect per una gestione più intelligente delle risorse.
La luce solare, che certo non manca nel nostro bel paese, viene sfruttata al meglio nella CHIP House conservando il calore generato dall’illuminazione diretta prontamente trattenuto grazie ai particolari materiali con cui è stato concepito ed un sistema d’areazione estremamente efficiente.I sensori della Kinect provvedono invece a tracciare di continuo gli abitanti del modulo assicurando una coordinazione personalizzata dell’illuminazione artificiale che ne segue gli spostamenti attivando e disattivando quelle che sono normalmente fonti di spreco nelle nostre abitazioni. L’interazione con la luce esterna è completa con una graduale attenuazione delle fonti artificiali qualora il Sole lo permetta.

Il progetto è stato sviluppato in due anni da oltre 100 studenti della Caltech e della SCI-Arc a fronte di una spesa da 1 milione di dollari che si ridurrà a 300 mila dollari per la produzione di un modulo simile. Una cifra tutto sommato contenuta (226 mila euro) per una casa ultra tecnologica che rispetta le esigenze sempre più pressanti di energia elettrica a basso costo.

Innovazione energetica in 855 Regolamenti edilizi comunali


Fonte: edilportale.com

Presentato a Klimahouse a Bolzano il Rapporto ONRE di Legambiente e Cresme.

Edilizia sempre più sostenibile nei Comuni italiani. Sono 855, infatti, le realtà locali che hanno modificato i propri Regolamenti Edilizi per inserire nuovi criteri e obiettivi energetico-ambientali in modo da migliorare le prestazioni delle abitazioni e la qualità del costruito, con una spinta dal basso che riguarda grandi città e piccoli centri. Complessivamente sono 20 milioni i cittadini che vivono nei Comuni dove sono in vigore questi strumenti innovativi.
Il dato arriva dal Rapporto ONRE (Osservatorio Nazionale Regolamenti Edilizi per il risparmio energetico) di Legambiente e Cresme, presentato ieri a Bolzano in un convegno nell’ambito di Klimahouse, la Fiera internazionale specializzata per l’efficienza energetica e la sostenibilità in edilizia, al quale hanno partecipato Lorenzo Bellicini (direttore tecnico Cresme), Edoardo Zanchini (vicepresidente Legambiente), Norbert Lantschner (ideatore e già direttore Agenzia CasaClima di Bolzano), Antonio Pezzi (vicepresidente Unione Comuni della Bassa Romagna), oltre a rappresentanti e aziende del settore delle costruzioni.
Il Rapporto ONRE da cinque anni fotografa il cambiamento in atto nella filiera delle costruzioni e ne racconta la costante crescita (erano 705 i regolamenti sostenibili nel 2010, rispetto al 2008 il dato è aumentato di quattro volte), a partire proprio dalle novità introdotte nei Regolamenti Edilizi comunali che vanno oltre la normativa in vigore, con l’obiettivo di spingere una maggiore attenzione alla sostenibilità e qualità del costruire.

I parametri presi in considerazione nell’analisi sono: isolamento termico, utilizzo di fonti rinnovabili, efficienza energetica degli impianti, orientamento e schermatura degli edifici, materiali da costruzioni locali e riciclabili, risparmio idrico e recupero acque meteoriche, isolamento acustico, permeabilità dei suoli e effetto isola di calore. A partire da quest’anno poi, sono state introdotte nuove valutazioniche riguardano le prestazioni dei serramenti, la contabilizzazione del calore e la certificazione energetica, a sottolineare l’interesse dei Regolamenti Edilizi come snodo fondamentale di indicazioni tecniche e procedurali, dove s’incrociano competenze in materia di urbanistica, edilizia ed energia di Stato, Regioni e Comuni.

“I Regolamenti Edilizi comunali - ha dichiarato Edoardo Zanchini, vicepresidente di Legambiente - rappresentano sempre di più una efficace indicazione per capire l’innovazione in corso in Italia nel modo di progettare e costruire. Questi risultati dimostrano che l’innovazione in questo settore sta andando avanti, e che la spinta alla certificazione energetica e al miglioramento delle prestazioni impressa dall’Unione Europea sta producendo risultati. Ora occorre accompagnare questa prospettiva con una regia nazionale che spinga a fare dell’edilizia un settore di punta della green economy, capace di creare lavoro e di riqualificare le città italiane.

La sfida che abbiamo di fronte - ha aggiunto Zanchini - è di portare l’intero settore delle costruzioni a raggiungere gli obiettivi fissati dall’Unione Europea al 2021, quando tutti i nuovi edifici dovranno essere progettati e costruiti in modo tale da avere bisogno di una ridotta quantità di energia per il riscaldamento e il raffrescamento che, in ogni caso, dovrà essere prodotta da fonti rinnovabili. I Regolamenti Edilizi comunali sostenibili e le tante buone pratiche diffuse nelle città italiane dimostrano che l’obiettivo è raggiungibile e utile per aprire una nuova fase per il settore delle costruzioni”.

Dal rapporto si evince come i regolamenti sostenibili siano diffusi oggi in tutte le Regioni italiane con forte prevalenza nelle regioni del nord: è la Lombardia infatti a mostrare la quantità più elevata di Comuni virtuosi (227), seguita da Emilia-Romagna (con 121) dove va segnalata l’esperienza del Regolamento Edilizio condiviso da 10 Municipi della Bassa Romagna con contenuti innovativi per risparmio idrico, energetico e utilizzo delle fonti rinnovabili, cui seguono il Veneto (con 87 Comuni) e il Piemonte (68).

La ricerca traccia il quadro della normativa in vigore in Italia e la strada che il nostro Paese dovrà intraprendere nei prossimi anni per rispettare le Direttive europee in materia di efficienza energetica in edilizia. Tra le norme regionali più avanzate rispetto a questi temi sono da segnalare le Province Autonome di Trento e Bolzano, dove la certificazione energetica è oggi una pratica conosciuta e diffusa e dove si è stabilito che per tutte le nuove costruzioni la classe B deve essere, per tutti i nuovi interventi, quella minima obbligatoria. Bene anche la Regione Emilia-Romagna dove si è deciso di anticipare gli obblighi di sviluppo delle energie rinnovabili previsti dal Decreto 28/2011 e quindi di soddisfare una percentuale crescente dei fabbisogni di riscaldamento, raffrescamento, elettricità.

Nel corso del convegno Legambiente ha anche evidenziato i tre temi più delicati che questa prospettiva di innovazione ha davanti per potersi diffondere adeguatamente in tutta Italia. Il primo riguarda i nuovi interventi edilizi, dove è possibile da subito stabilire un obbligo minimo di Classe A per tutti i nuovi interventi in modo da preparare il settore delle costruzioni alla scadenza fissata al 2021 dall’UE. Il secondo riguarda la riqualificazione energetica del patrimonio edilizio esistente, dove si deve dare certezze agli incentivi del 55% e introdurre un nuovo sistema che premi i miglioramenti della classe energetica degli edifici, in modo da quantificare il risparmio energetico e in bolletta e sensibilizzare così le famiglie. Infine, una regia nazionale per le regole che riguardano l’accreditamento dei certificatori, e poi i controlli e le sanzioni da parte delle Regioni, che rappresentano una condizione imprescindibile per dare certezze al sistema e garantire i cittadini.

Ok al DL Semplificazioni: arriva il Piano nazionale edilizia scolastica

Fonte: edilportale.com

Il provvedimento istituisce la Banca Dati Nazionale dei Contratti Pubblici, che farà risparmiare alle imprese 140 milioni di euro l’anno. Il Consiglio dei Ministri di oggi ha approvato il decreto-legge Semplificazione e sviluppo. Al termine della conferenza stampa sono stati illustrati i contenuti del provvedimento. Un ampio capitolo del decreto è dedicato all’edilizia scolastica. Per riqualificare e razionalizzare il patrimonio immobiliare scolastico e per ridurre le spese correnti di funzionamento, verrà redatto un Piano nazionale di edilizia scolastica.
Il Piano, che dovrà essere approvato dal Cipe, dovrà prevedere interventi di ammodernamento e recupero del patrimonio esistente, anche ai fini della messa in sicurezza degli edifici, e di costruzione e completamento di nuovi edifici scolastici, da realizzare nel rispetto dei criteri di efficienza energetica e di riduzione delle emissioni inquinanti, favorendo il coinvolgimento di capitali pubblici e privati. La proposta di Piano dovrà essere trasmessa alla Conferenza unificata entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore del DL il Piano andrà approvato entro i successivi 60 giorni. 
In attesa della definizione del Piano nazionale di edilizia scolastica, il Cipe approverà un Piano di messa in sicurezza degli edifici scolastici esistenti e di costruzione di nuovi edifici scolastici, anche favorendo interventi diretti al risparmio energetico e all’eliminazione delle locazioni. Quest’ultimo Piano attingerà alle risorse, 556 milioni di euro, già stanziate con delibera CIPE del 20 gennaio 2012 (leggi tutto) e di quelle assegnate al Ministero dell’istruzione, dall’art. 33, comma 8, della Legge 183 del 12 novembre 2011, pari a 100 milioni di euro per l’anno 2012.

Al fine di adeguare la normativa tecnica vigente agli standard europei e alle più moderne concezioni di realizzazione e impiego degli edifici scolastici, e per abbassare i costi, entro 60 giorni dall’entrata in vigore della legge di conversione del DL, saranno emanate norme tecniche-quadro, contenenti gli indici minimi e massimi di funzionalità urbanistica, edilizia e didattica indispensabili a garantire indirizzi progettuali di riferimento adeguati e omogenei sul territorio nazionale.

Entro 24 mesi dall’entrata in vigore del decreto le amministrazioni proprietarie di scuole, università ed enti di ricerca dovranno adottare misure per il contenimento del consumo energetico e per migliorarne l’efficienza energetica, anche utilizzando, in deroga all’articolo 12 del DL 98/2011, i contratti di servizio energia di cui al Dpr 412/1993 e al Dlgs 115/2008.

Per razionalizzare il sistema degli appalti, sarà istituita presso l’Autorità di vigilanza sui contratti pubblici di lavori servizi e forniture la “Banca Dati Nazionale dei Contratti Pubblici” (Bdncp). Dal 1° gennaio 2013 la Banca Dati acquisirà la documentazione sul possesso dei requisiti da parte delle imprese che partecipano alle gare e le stazioni appaltanti verificheranno il possesso di tali requisiti esclusivamente tramite la Bdncp. Secondo il Ministro per la Pubblica amministrazione e la semplificazione, Filippo Patroni Griffi, questo nuovo strumento comporterà un risparmio per le imprese di almeno 140 milioni di euro all’anno.

Il decreto introduce semplificazioni anche per gli impianti. È stato approvato il modello di dichiarazione unica di conformità per gli impianti termici, che sostituisce la documentazione prevista dal DM 37/2008 e dal D. lgs.152/2006 e va esibito in caso di controllo. Il testo specifica inoltre che resta fermo l’obbligo di comunicazione ai fini del rilascio del certificato di agibilità da parte del comune o in caso di allacciamento di una nuova fornitura di gas, energia elettrica o acqua.


Per accelerare l’iter del Piano nazionale di edilizia abitativa, l’intesa per gli accordi di programma verrà resa nella seduta del Cipe ed eventuali rimodulazioni degli interventi saranno approvate con decreto del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti. Eventuali atti aggiuntivi agli accordi di programma saranno ratificati con decreto del Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti di concerto con il ministro dell’Economia e delle finanze.

Per semplificare gli adempimenti a carico delle piccole e medie imprese, sarà rivista la disciplina dell’autorizzazione unica ambientale per le PMI, in base ai seguenti principi: l’autorizzazione sostituisce ogni atto di comunicazione, notifica ed autorizzazione previsto dalla legislazione vigente in materia ambientale; l’autorizzazione unica ambientale è rilasciata da un unico soggetto; il procedimento deve essere improntato al principio di proporzionalità degli adempimenti amministrativi in relazione alla dimensione dell'impresa e al settore di attività, nonché all’esigenza di tutela degli interessi pubblici e non dovrà comportare l’introduzione di maggiori oneri a carico delle imprese.
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Tagli incentivi a Fotovoltaico, Cripezzi: “decreto liberalizzazioni ferma saccheggio ambiente”

Fonte: statoquotidiano.it

Foggia – “INSTALLAZIONI impianti fotovoltaici: il Decreto Liberalizzazioni ferma il saccheggio dell’ambiente”. Lo dice in una nota Enzo Cripezzi – LIPU Puglia.

“Vaste aree del Mezzogiorno (in primis in Capitanata, ndR) sono ormai snaturate e devastate dalla corsa alle rinnovabili ‘senza se e senza ma’. Un capitolo triste, ascrivibile a quella miseria politica che ha gratificato speculatori e faccendieri, con il sostegno di una evidente sottocultura con la quale gli impianti industriali fotovoltaici (come quelli eolici), sono stati addirittura definiti ‘parchI’...
A fronte di distese solari disseminate qua e là, senza criterio e rispetto alcuno nelle aree agrarie e pastorali, poco più in là le urbanizzazioni, le aree industriali o comunque antropizzate da decenni di cemento selvaggio rimangono invece del tutto o quasi inutilizzate da tali insediamenti. Per altro, in tali aree, già compromesse sul piano ambientale, non ci sarebbe bisogno nemmeno di impattanti e costosi elettrodotti. Per la LIPU, ma anche per chiunque abbia un minimo di buon senso, un paradosso evidente, banale e soprattutto intollerabile”.

“Ora è stato pubblicato un importante provvedimento in materia per il quale la LIPU esprime la massima soddisfazione poiché frena e ferma la consegna del territorio agli speculatori. Nel Decreto ‘Liberalizzazioni’ l’art.65 FINALMENTE taglia gli incentivi al fotovoltaico su suolo agricolo (al netto di un transitorio di un anno concesso alla realizzazione di impianti fino a 1 MW ormai autorizzati o con istruttoria in corso)”.


“Già il D.Lgs 28/2011 (Decreto Romani) del marzo scorso aveva tagliato gli incentivi per tali impianti ma solo per quelli oltre 1 MW, anche questi al netto di quelli già autorizzati o in istruttoria, comunque da realizzarsi entro un anno (marzo 2012). Oltre a quanto è stato già realizzato vi sono infatti centinaia e centinaia di “ettari fotovoltaici” già potenzialmente realizzabili, magari con finanziamenti esteri e pannelli cinesi (per la gioia di altre economie), in preziosi ecosistemi agrari e pastorali e perfino in situazioni ambientali di grande pregio, come dimostrano vergognosi procedimenti già rilasciati con sconcertante disinvoltura”.

“Questo nuovo provvedimento spazza via anche l’eccezione concessa per il FV sui suoli “abbandonati”, come se in natura possa mai esistere un suolo “abbandonato” ! Un concetto irriverente che avrebbe colpito terreni di grande importanza come incolti, cave abbandonate, pascoli poveri e altre tipologie di ambienti di enorme valore ecologico dove si rifugiano e si riproducono specie rarissime”.


“Permangono ora alcuni fattori di rischio su cui la LIPU ha concentrato l’attenzione: a) L’evoluzione sui procedimenti residui (che non sono pochi) per impianti da 1 MW (pari a 2-2,5 ettari !) non assoggettati ad alcuna verifica ambientale grazie a irresponsabili deregolamentazioni apportate in passato; b) Il filone delle “serre fotovoltaiche”, potenziale sotterfugio per realizzare impianti speculativi.

“c) La possibilità di intraprendere spericolate varianti urbanistiche dei terreni interessati (da agricolo a industriale) per eludere la norma e legittimare l’accesso agli incentivi (come i 200 ettari di “Mass. Giardino” da “regalare” al fotovoltaico in agro di Foggia). Un pericolo da arginare con un necessario aggiornamento normativo. Nel frattempo, come per l’eolico, la LIPU continuerà faticosamente a inseguire e contrastare quei numerosi progetti a partire da quelli più osceni”.


“La LIPU ricorda con orgoglio la posizione assunta da sempre e in tempi non sospetti sull’argomento e oggi questa norma, che limita danni irreparabili ed evita ulteriori umiliazioni al territorio, ne da ragione. Un provvedimento a lungo sperato e invocato solo da una parte dell’ambientalismo italiano e dai comitati territoriali ma virtualmente anche dai cittadini che già oggi sborsano 5 mld di euro all’anno in bolletta per sostenere il settore e che, sicuramente, preferiscono che i propri soldi non siano impiegati per seppellire le campagne o arricchire la speculazione di pochi a scapito di famiglie e agricoltori”.

“Sullo sfondo persiste uno scenario politico poco edificante che ha condotto a tutto questo e non è un caso che il fenomeno sia arginato a livello centrale attraverso un provvidenziale taglio agli incentivi invece che con dinieghi e regole urbanistiche mai nate o, quantunque fosse, tardive. Sono rarissimi i politici che in nome dei FATTI hanno preso le distanze dal pretestuoso ambientalismo sviluppista del ‘fare’ per stare dalla parte di quello del ‘fare bene’, come la on. Zamparutti che sulla questione si è spesa ininterrottamente.Infatti bisogna ora sperare che l’articolo 65 del Decreto “Liberalizzazioni” del Governo non sia abbattuto da indegni parlamentari trasversalmente legati alla lobby, come già accaduto in passato”.

“Anzi, la LIPU chiede ora che si intervenga urgentemente per porre fine alla speculazione eolica che da troppo tempo sta trasformando il Mezzogiorno e sempre più ampie aree del Paese in un mattatoio urbanistico, alla faccia di chi vorrebbe rilanciarne la bellezza paesaggistica a beneficio dell’economia”, termina Cripezzi.

venerdì 27 gennaio 2012

Energia solare e led: perfetto connubio

Fonte: pienosole.it

Energia solare e led possono essere una combinazione vincente. Le lampade classiche in applicazioni di illuminazione solare avevano sempre bisogno di un convertitore per seguire la luce. In questo modo diminuiva l’intensità luminosa e quindi il sistema sul mercato non risultava essere certo il migliore. I led consentono di avere un illuminazione blu-bianco e permettono anche di avere altri colori per creare differenti atmosfere. La migliore visione durante la notte è resa proprio dal bianco luminoso.
Il consumo di energia è certamente ridotto, e qualora possa applicato un sistema per la produzione con energia solare il problema non sarebbe affatto presente. La manutenzione di un sistema che combina assieme i led e il solare è pari a zero e la garanzia di durata nel tempo piuttosto lunga. Le lampade a led emanano un caldo bagliore e ciò permette di creare anche intensità differenti. Il solare ha oggi incluso una buona parte del mercato per l’illuminazione e questa sembra essere la trovata migliore.

La possibilità di avere un illuminazione ottimale contribuendo alla salvaguardia ambientale garantisce un connubio perfetto. I sistemi che oggi si propongono sono mirati a cercare soluzioni alternative che sappiano essere vantaggiose anche da un punto di vista economico. L’investimento nel solare continua a far registrare buoni risultati e la ricerca permette così di offrire sempre più una gamma vasta di prodotti, di uso comune, che possono trovare la loro fonte energetica nel solare. Il consumatore nella scelta, ha iniziato a prediligere combinazioni alternative perché il risparmio, rispetto all’energia tradizionale, è davvero considerevole.

MoVimento 5 Stelle Mondovì: incontro sul risparmio energetico

Fonte: targatocn.it

Interverranno: Mauro Campo, Ezio Agosto, Enrico Fanesi, Gianluca Tucci e Stefano Albarello. 

Il MoVimento 5 Stelle Mondovì organizza, per la serata di lunedì 30 gennaio (Sala Comunale delle Conferenze, Corso Statuto 11/d, Mondovì - ore 20,45), una serata informativa dal titolo "Il risparmio energetico nell'epoca del picco del petrolio". Dopo aver affrontato, ed essersi confrontati con i propri concittadini, il tema dell'urbanistica, gli attivisti del MoVimento 5 Stelle monregalese affronteranno un altro punto del loro programma per le prossime amministrative ed in questo caso si tratterà di energie rinnovaili argomento che è alla base di due delle 5 Stelle, ambiente e sviluppo.

Scampato il pericolo del ritorno al nucleare e consci che le fonti d'energia comunemente utilizzate (quelle d'origine fossile) sono in via d'esaurimento, gli attivisti monregalesi si domandano quale futuro si prospetta per le nuove generazioni e soprattutto cosa si può fare concretamente nel breve termine per portare a quel risparmio energetico che può allontanare l'esaurimento delle suddette fonti. Ne parleranno con Mauro Campo, Ingegnere Nucleare, attivista del MoVimento 5 Stelle e studioso di energie alternativa, Ezio Agosto, Architetto e Presidente di Italia Nostra Mondovì, Enrico Fanesi, imprenditore ed esperto di tecnologie per il risparmio energetico e fonti rinnovabili, Gianluca Tucci, imprenditore nel settore delle rinnovabili ed esperto di minieolico e Stefano Albarello, Geometra, esperto di bioedelizia.

Nella seconda parte della serata si discuterà della parte del programma a 5 Stelle inerete il risparmio energetico e con l'aiuto dei convenuti e degli esperti in sala si cercherà di delineare il cammino che un Comune Virtuoso dovrebbe intramprendere in quest'ottica.

Infine, sabato 28 gennaio (orario 8,30-12,30) gli attivisti monregalesi incontreranno i propri concittadini al banchetto allestito in Corso Statuto, all'altezza del civico 22, per raccogliere segnalazioni e discutere della Mondovì che vorrebbero. Contestualmente verrà lanciata un'iniziativa inerente un'altra delle 5 Stelle: i trasporti.

Biomasse: il MSE stanzia 100 mln di euro per il Sud

Fonte: rinnovabili.it


Il nuovo piano di interventi contribuirà allo sviluppo di biocarburanti per la produzione e distribuzione di energia elettrica, biometano e calore.

(Rinnovabili.it) – Un finanziamento di 100 milioni di euro per lo sviluppo delle biomasse nel sud Italia verrà presto attivato dal Ministero dello Sviluppo Economico a sostegno delle filiere produttive di settore – lo ha dichiarato ieri a Roma Vincenzo Donato (direttore generale per l’incentivazione delle attività imprenditoriali del MSE) durante la presentazione del nuovo programma di investimenti nazionali per “interventi di attivazione, rafforzamento e sostegno delle bioenergie” nell’ambito del Poi Energia finanziato dalla Ue.

I fondi in particolare – concessi sotto forma di contributo in conto impianti e finanziamento agevolato – verranno destinati alla sviluppo di biocarburanti per la produzione e distribuzione di energia elettrica, biometano e calore. Sono però previsti alcuni limiti: il finanziamento si rivolge solo alle filiere corte (le biomasse devono essere prodotte entro un’area non superiore ai 70 km rispetto all’impianto di origine), e infine, le spese di produzione ammissibili devono essere comprese tra 2 e 25 milioni di euro. Inoltre, la procedura di attivazione per le richieste d’incentivazione – rivolta esclusivamente alle regioni della Campania, Calabria, Sicilia e Puglia – verrà avviata dal 19 marzo al 17 aprile 2012, presentando le domande di erogazione dei fondi ad Invitalia (l’Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e sviluppo d’impresa). Secondo l’a.d. di Invitalia, Domenico Arcuri, “si tratta di una misura selettiva per la crescita che il governo ha deciso di mettere in campo in un settore strategico. La dote a disposizione dovrebbe creare un’occupazione aggiuntiva nelle quattro regioni del Sud che oscilla fra le 600 e le 900 unità”.

Incentivi fotovoltaico: ecco cosa cambia con il Dl liberalizzazioni

Fonte: greenme.it

DL liberalizzazioni, cosa cambia per il fotovoltaico e in particolare sul fronte degli incentivi? Il decreto sulle liberalizzazioni, vuoi per un motivo, vuoi per un altro, fa infuriare davvero tutti, anche coloro che operano (e credono) nel settore dell’ambiente e delle rinnovabili. Così, nel giro di pochi giorni, abbiamo assistito al tentativo di vanificare la pubblicizzazione dell’acqua e diliberalizzare le perforazioni del suolo e dei fondali marini, iniziative stoppate grazie all’immediata reazione dell’opinione pubblica e dei movimenti.
“Senza se e senza ma”, il decreto risolve però, a suo modo, la questione del deposito delle scorie nucleari e quella del sistema di sostegno del settore fotovoltaico, modificando, in un’operazione “segreta” e notturna, le norme contenute nel Decreto Legislativo n° 28 del 3 marzo 2011, il cosiddetto Decreto Rinnovabili.

Il nuovo provvedimento cambia, infatti, quanto previsto dal decreto rinnovabili, bloccando l’accesso agli incentivi per chi installa impianti fotovoltaici a terra in aree agricole. Ma le associazioni non ci stanno. Ad insorgere contro il testo Anie/Gifi, Aper, Assosolare e Asso Energie Future, che denunciano come l’art. 65 sia stato modificato nella notte tra il 24 e il 25 gennaio, “con gravi effetti per numerosi operatori che hanno investimenti in corso”. Insomma, il testo presentato alla stampa il 24 era diverso da quello andato in Gazzetta Ufficiale il giorno dopo. Così, nel famoso articolo 65 è stato introdotto un comma che cancella un altro comma, cioè il comma 6 dell’articolo 10 del decreto sulle rinnovabili. Si tratta, quindi, di “disposizioni retroattive che ledono gravemente i diritti dei produttori fotovoltaici che in buona fede hanno iniziato a realizzare nuovi impianti secondo la normativa vigente, da soli 10 mesi (D.Lgs. 28/11)”, spiegano le associazioni del settore. Il problema, per le associazioni, è che l’abrogazione di questa norma transitoria getta nel panico i produttori i quali, avendo già sostenuto tutti i costi per la realizzazione degli impianti, a meno di due mesi dalla scadenza dell’anno di tempo concesso dal DLgs 3 marzo 2011 n.28, non sanno ora se mai potranno ricevere un incentivo per gli impianti prossimi a entrare in esercizio. Ecco perché chiedono “con forza il rapido e autorevole intervento del Parlamento affinché in sede di conversione del decreto venga stralciata definitivamente la nuova norma anti-fotovoltaico”.

Il Ministro dell’ambiente Corrado Clini, intanto, ha confermato, nel corso di un'audizione alla Camera dei Deputati, che i sussidi statali per gli impianti fotovoltaici saranno erogati fino al raggiungimento della parità di costo tra l'energia solare e le fonti fossili, la cosiddetta grid parity. Secondo Clini, però, sarebbero troppo alti e generosi, soprattutto per quanto riguarda gli impianti di grandi dimensioni. Grazie alle tariffe incentivanti, ha sottolineato il ministro, il fotovoltaico garantisce un rendimento intorno al 20%, “non sano”. Il quadro esistente, ha proseguito Clini, indica l'esistenza di “qualcosa di disturbato nel meccanismo incentivante, e per questo il Consiglio dei Ministri ha accolto la proposta del ministro dell'Agricoltura di uno stop all'utilizzo di terreni agricoli per la generazione di elettricità”. Ma l'importanza del fotovoltaico non sarebbe comunque in discussione. Resta però un dato di fatto: questo settore avrebbe bisogno di stabilità e certezza normativa per poter continuare a erogare energia pulita e indipendenza dalle fonti fossili. Invece, tanto per cambiare, il decreto sulle liberalizzazioni sembra aver generato solo grande confusione.

Ecco l’articolo incriminato:

Art. 65 Impianti fotovoltaici in ambito agricolo

1. Dalla data di entrata in vigore del presente decreto, per gli impianti solari fotovoltaici con moduli collocati a terra in aree agricole, non e’ consentito l’accesso agli incentivi statali di cui al decreto legislativo 3 marzo 2011, n. 28.

2. Il comma 1 non si applica agli impianti solari fotovoltaici con moduli collocati a terra in aree agricole che hanno conseguito il titolo abilitativo entro la data di entrata in vigore del presente decreto o per i quali sia stata presentata richiesta per il conseguimento del titolo entro la medesima data, a condizione in ogni caso che l’impianto entri in esercizio entro un anno dalla data di entrata in vigore del presente decreto. Detti impianti debbono comunque rispettare le condizioni di cui ai commi 4 e 5 dell’articolo 10 del decreto legislativo 3 marzo 2011, n. 28.

3. Agli impianti i cui moduli costituiscono elementi costruttivi di serre così come definite dall’articolo 20, comma 5 del decreto ministeriale 6 agosto 2010, si applica la tariffa prevista per gli impianti fotovoltaici realizzati su edifici. Al fine di garantire la coltivazione sottostante, le serre – a seguito dell’intervento – devono presentare un rapporto tra la proiezione al suolo della superficie totale dei moduli fotovoltaici installati sulla serra e la superficie totale della copertura della serra stessa non superiore al 50%.

4. I commi 4, 5 e 6 dell’articolo 10 del decreto legislativo 3 marzo 2011, n. 28 sono abrogati, fatto salvo quanto disposto dall’ultimo periodo del comma 2.