La questione degli incentivi per il fotovoltaico 2012 è molto controversa. Soprattutto non si sono placate le polemiche sul provvedimento sull’argomento che il Governo ha preso con il decreto liberalizzazioni. Da una parte le imprese, con le associazioni di categoria, continuano a far sentire il loro dissenso, mentre dall’altra intervengono anche le associazioni ambientaliste, in molte dimostratesi favorevoli alle misure che sono state prese. Il punto resta sempre quello dellasostenibilità ambientale. Il blocco degli incentivi favorirebbe i paesaggi agricoli.
Nello specifico Enzo Cipressi, della sezione Puglia della Lipu, ha fatto presente che ci sono, soprattutto nel sud Italia, tante aree che sono state distrutte dal ricorso alle energie rinnovabili, che tanto riscontro hanno trovato negli ultimi tempi. Il tutto rappresenta un grande rischio in termini di impatto ambientale.
Ecco che cosa è stato dichiarato dal rappresentante della Lipu: “Vaste aree del Mezzogiorno sono ormai snaturate e devastate dalla corsa alle rinnovabili ‘senza se e senza ma’. Un capitolo triste, ascrivibile a quella miseria politica che ha gratificato speculatori e faccendieri, con il sostegno di una evidente sottocultura con la quale gli impianti industriali fotovoltaici (come quelli eolici), sono stati addirittura definiti ‘parchi’. A fronte di distese solari disseminate qua e là, senza criterio e rispetto alcuno nelle aree agrarie e pastorali, poco più in là le urbanizzazioni, le aree industriali o comunque antropizzate da decenni di cemento selvaggio rimangono invece del tutto o quasi inutilizzate da tali insediamenti.”
Commenti positivi allo stop agli ecoincentivi arrivano anche dal Comitato Nazionale controFotovoltaico ed Eolico nelle Aree Verdi, che chiede alle autorità governative di fermare la realizzazione degli impianti già autorizzati, in modo da non mettere a rischio la natura.
Incentivi fotovoltaico 2012: che cosa stabilisce il decreto liberalizzazioni
È vero che il pacchetto liberalizzazioni non fornisce più incentivi statali per l’installazione di pannelli fotovoltaici a terra, sui terreni agricoli? Così sembrava, per garantire lo sviluppo delleenergie rinnovabili coniugato, però, alla tutela ambientale. Così è, in effetti, ma ai più è sfuggito un particolare. Nello stesso pacchetto, c’è una norma che permette di aumentare l’ammontare dei sussidi per l’installazione di impianti fotovoltaici a terra. Come dire, da una parte faccio finta di toglierti, e dall’altra ti do (basta che non lo fai sapere in giro).
E invece no, noi vogliamo farlo sapere eccome. Perché è inutile che questo governo si professi attento alle problematiche del territorio e a basso impatto ambientale, se poi i fatti dicono il contrario. La tutela dei terreni fertili e del settore agricolo, infatti, è un tema importante per il nostro paese, che il mercato dell’energia pulita non potrà mai soppiantare. La convivenza è d’obbligo, senza però che il primo prevarichi il secondo. A questo, infatti, serviva una norma più stringente sui pannelli solari a terra. Se gli incentivi per gli impianti su serre e quelli sugli edifici sono però equiparabili (come previsto al comma 3 dello stesso articolo 65), tutti i discorsi fatti precedentemente non hanno più alcun valore. Se anche i pannelli fotovoltaici possono essere posizionati solo sul 50% della superficie, l’aumento degli incentivi (che li livella a quelli del posizionamento sugli edifici) elimina di fatto qualsiasi possibilità di risolvere efficacemente il problema. E se i produttori si stancassero di produrre cetrioli e pomodori, e scoprissero invece le energie rinnovabili hanno un rendimento molto maggiore? Non è possibile salvare un settore (anche a livello economico e occupazionale) sulle spalle di un altro. In questo dobbiamo dire al Ministro dell’Ambiente, a quello per le Politiche agricole e a tutto il governo che no, proprio non ci siamo.
Fonte: ecoo.it

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