giovedì 16 febbraio 2012

Energia dai rifiuti... questi si che sono soldi puliti!


di Carlo Carlini
Correva l’anno 1985, a Cagliari ci fu una nevicata indimenticabile, la gente che visse quello spettacolo ricorda l’immagine dei casotti ricoperti da un soffice manto bianco. Proprio in quell’anno il Comune di Cagliari avviò la raccolta differenziata con la distribuzione per le strade della città dei cassonetti per la raccolta del vetro (lo ricordo bene perchè ero alle elementari e vinsi un premio per la vignetta più originale per la rappresentazione della raccolta del vetro).

Ricordo che per le strade si vedevano ancora persone molto povere che
pur di guadagnare qualcosina andavano in giro a cercare cartone per poi rivenderlo, persone che, forse inconsciamente, avevano fiutato quello che in futuro sarebbe stato un vero e proprio affare.

Quand’ero piccolo i miei genitori mi dicevano sempre di non buttare i rifiuti per terra perchè così facendo avrei inquinato il pianeta. Ora che anch’io sono diventato genitore insegno la stessa cosa a Matteo, ma con lui aggiungo che buttare i rifiuti è un po’ come buttare via i soldi. A 4 anni è difficile capire il perchè, ma spero che possa apprendere il vero valore del riciclaggio dei rifiuti, ciò che ancora moltissimi adulti non riescono a comprendere.

Negli anni scorsi scoppiò il caos per i rifiuti in Campania, situazione vissuta da noi come un problema difficile da risolvere e per porre rimedio arrivarono aziende dalla Svezia, paese che ha fatto di questo settore un vero e proprio business.

Sapete che proprio in Svezia il business delle biomasse ricavate dalla spazzatura genera ingenti profitti tali che, scarseggiando la materia prima,  costringe le aziende a ricercarla al di fuori dei confini nazionali?

In Svezia il primo inceneritore fu inaugurato nel 1911 e da allora l’industria delle biomasse è divenuta la principale fonte di energia davanti al petrolio ed al gas.

L’Italia come spesso accade è ancora tanto indietro rispetto ad un mercato che trasformerebbe in oro una piaga del nostro paese.

Anche in questo settore, come accaduto per il fotovoltaico, i precursori possono diventare i privati, infatti adesso il mercato propone macchinari per il biogas anche per piccoli quantitativi. Su tutti il Lilliput, il più piccolo impianto biogas adesso in commercio, brevettato dalla Bluenergy Control.

Il Lilliput ha potenza tra i 25 e i 50 kW ed è in grado di produrre energia elettrica e calore sfruttando i reflui zootecnici e le biomasse vegetali e proprio per questo motivo è l’ideale per le piccole e medie imprese agricole che in un sol colpo risolverebbero il problema degli scarti animali e vegetali trasformandoli in moneta sonante, oro che cola per un settore che spesso e volentieri mostra segni di crisi.

E allora perchè non investire in questa tecnologia?

I principali motivi sono 2, il primo è che le persone hanno timore della continua modifica delle leggi, spesso anche in maniera retroattiva, il secondo è la difficoltà di trovare i finanziamenti. 

Ad ogni problema esiste però una soluzione, infatti proprio il fatto di prescindere dai servizi altrui producendo energia per proprio conto risolverebbe il problema delle tasse che è il maggior motivo degli elevatissimi costi dell’energia e, per quanto riguarda la difficoltà economica per l’acquisto, si può risolvere partecipando all’acquisto insieme ad altre aziende.

Tante volte si aspetta che altri facciano l’investimento per andare poi sul sicuro ma molto spesso è chi fa l’investimento per primo che ci guadagna maggiormente. Come si suol dire, “chi primo arriva, meglio alloggia!”, e a quanto pare in Svezia alloggiano proprio bene. 

-Innova Energie Rinnovabili, Cagliari-

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