domenica 12 febbraio 2012

Decreto liberalizzazioni: verso la modifica sugli incentivi per il fotovoltaico agricolo

L’articolo 65 del decreto Liberalizzazioni, emanato dal governo Monti, sarà variato. Dovrebbero essere salvi gli impianti fotovoltaici di potenza superiore a 1 MW, rimasti dapprima fuori dagli incentivi per oltre un mese. Resta ancora incertezza sulle serre fotovoltaiche per evitare la speculazione.

E' quanto affiorato dal parere espresso dalla XIII commissione Ambiente e Territorio del Senato sul decreto Liberalizzazioni, pubblicato al termine della seduta tenutasi l' 8 febbraio, alla quale ha partecipato anche il Ministero dell’Ambiente. Numerosi sono stati gli appunti fatti dai membri della commissione Ambiente. Riguardo all’aumento degli incentivi per il fotovoltaico su serra, parificati a quelli previsti per i pannelli installati sui tetti, la commissione precisa:


Le serre nascono per produzione agricola e devono continuare a farlo. Bisogna evitare che la produzione energetica dal fotovoltaico sottragga il terreno alle produzioni agricole. Occorre istituire il vincolo per la permanenza della produzione agricola in modo da evitare di sacrificare la produzione agricola a favore di quella energetica . E’ la stessa preoccupazione avanzata da molti, Legambiente compresa, perché le regole attuali del GSE prevedono una copertura fotovoltaica fino al 50% della falda esposta al sole di una serra. Un valore incompatibile con praticamente tutte le coltivazioni orticole attualmente diffuse nel sud Italia.

Riguardo agli impianti su suolo agricolo tagliati fuori dagli incentivi, invece, la commissione afferma:

Inoltre, è necessario assicurare certezza al regime transitorio degli incentivi previsto dal decreto legislativo n. 28 del 2011, sulla base del quale numerosi progetti sono stati approvati e sono in avanzato stato di realizzazione o di avvio all’esercizio secondo le modalità già disciplinate dal recente decreto legislativo n. 28 del 2011.

Il Senato, quindi, chiede con rapidità che si riapra la finestra per il fotovoltaico a terra sopra il MW di potenza. E lo dovrebbe ottenere, come dovrebbe anche ottenere una qualche forma di sorveglianza sulle serre fotovoltaiche. Lo si desume dalle dichiarazioni fatte in commissione dal sottosegretario all’Ambiente, Tullio Fanelli:

Il Governo è intenzionato a modificare l’articolo 65 del decreto al fine sia di tutelare diritti acquisiti, sia di assicurare che le serre abbiano caratteristiche ecosostenibili.

Si avvalora, quindi, quello che avevamo già ipotizzato: si va verso un solida correzione del tiro del decreto.

-Innova Energie Rinnovabili, Cagliari-

3 commenti:

  1. Non mi è chiara la logica per cui gli impianti sopra 1MW, cioè grandi impianti, potrebbero essere installati in terreno agricolo, mentre quelli di dimensioni più piccole, e per questo più distribuiti e meno impattanti sull'ambiente, potrebbero non esserlo. Inoltre non si fa alcuna menzione a soluzioni con inseguitori solari biassiali che massimizzano il rapporto kwh/kw e che permettono l'integrazione di coltivazioni e allevamento con la produzione fotovoltaica evitando zone d'ombra perenni.

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  2. A me sembra di capire che il fotovoltaico a terra non sarà più incentivato. Fanno salvi gli impianti sopra 1 MW, al fine di tutelare i diritti acquisiti, ossia di non attuare norme retroattive, penalizzando chi ha già effettuato investimenti precedentemente all'art. 65 del decreto Liberalizzazioni

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  3. Articolo 65 Liberalizzazioni votato in Senato il 1 marzo
    Le contorsioni della Politica Italiana:In controtendenza a liberalizzare i nostri Senatur ricreano Monopolio nel favorire il Demanio Militare, ovvero "immense praterie" e ghiottonerie per le grandi lobby.
    In merito mi sorprende il silenzio delle Associazioni di Categoria e, in modo particolare, la grande quiete dei cosiddetti Ambientalisti, protettori della flora e fauna. Probabilmente li hanno sedati o concesso “contentini”.
    Mentre per gli impianti fotovoltaici già autorizzati,attraverso la giungla burocratica italiana, e/o in corso di costruzione e/o completamento vengono concessi 60 giorni, vale a dire "sbarazziamocene" e fottiamocene se mettiamo in fallimento giovani tecnici che hanno cercato di costruirsi dei propri spazi di VITA.
    E' urgente informare i politici preposti a modificare, prima della votazione finale, il comma in questione, concedendo , per il completamento e messa in esercizio degli impianti, un periodo di ameno cinque/sei mesi.
    Un vero padrone concede anche un ossicino al proprio cane, diversamente chi mangia a gran boccone, prima o poi, o schiatta o s'affoga.
    Buona riflessione e aggiustate il tiro.

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