Il mondo del fotovoltaico è in fermento per l'entrata in vigore il prossimo 27 agosto del V Conto Energia. Su questo e su altri temi caldi per il settore in ItaliaGreenBiz.it ha intervistato l'amministratore delegato e presidente di TerniEnergia, Stefano Neri.
GB: Il decreto attuativo del V Conto Energia è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale(GU 159 del 10/07/12 Suppl. Ord. 143) ed entrerà in vigore il prossimo 27 agosto. Cosa ne pensa delle novità che sono state introdotte e soprattutto come impatteranno sull'attività di Terni Energia?
S.N.: Il nuovo decreto ha un impatto sostanziale sul business model di TerniEnergia, che aveva già anticipato un riposizionamento della propria attività industriale in seguito al Quarto Conto Energia. Il piano industriale, che avrebbe dovuto accompagnare l'evoluzione societaria fino al 2014, è da considerarsi superato e sarà riformulato alla luce delle nuove normative del settore fotovoltaico in Italia e dei nuovi obiettivi della società originata dalla fusione con TerniGreen.
L'operazione di fusione che stiamo completando ci ha consentito di anticipare ed evitare i potenziali scenari negativi che dovessero derivare da scelte regolatorie penalizzanti. I mutamenti del quadro normativo italiano nei settori delle energie rinnovabili, e in particolare del fotovoltaico, hanno infatti comportato per la gran parte dei player del settore la necessità di improvvisi cambiamenti delle linee guida strategiche, laddove non fossero stati adeguatamente previsti.
Pur non entrando nel merito delle scelte compiute dal legislatore, non possiamo non rilevare come i continui stravolgimenti del quadro regolatorio (ben 5 versioni diverse del Conto Energia in appena 3 anni, addirittura due nell'ultimo anno) abbiano contribuito a diffondere un clima di incertezza tra gli investitori, frenando la crescita impetuosa dell'afflusso di capitali stranieri nel settore e indebolendo il processo di consolidamento della parte alta della filiera industriale italiana indipendente, quella presidiata dai produttori di moduli e celle, trovatisi esposti all'impatto con la concorrenza straniera, soprattutto cinese. Nella parte più bassa della filiera, quella dei system integrator, il meccanismo dei registri e delle aste ha finito col produrre un aumento dell'impatto burocratico e autorizzativo sul sistema e una riduzione della certezza dei ritorni degli investimenti....continua a leggere
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