La notizia era nell’aria da tempo ma fa comunque scalpore: lo strepitoso successo delle energie rinnovabili in Italia sta mettendo in crisi la generazione da fonti fossili, tanto che 3 centrali di vecchia generazione potrebbero essere presto chiuse. L’allarme è stato rilanciato da una recente lettera dei sindacati di categoria Filctem, Flaei, Uilcem al ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera.
Soprattutto nelle ore centrali della giornata, quando la produzione dell’energia fotovoltaica è alla massima potenza, le vecchie centrali a olio combustibile (ma anche sempre più spesso i più moderni cicli combinati a gas) rimangono ferme, data anche la priorità di dispacciamento sulla rete elettrica delle energie rinnovabili. Tre impianti (Brindisi, Falconara, San Filippo del Mela) ormai da tempo in perdita potrebbero essere così presto chiusi.
La vicenda, oltre alla legittima preoccupazione per i posti di lavoro a rischio, offre almeno un paio di spunti. Innanzitutto fa riflettere sul boom delle energie rinnovabili , sino a pochi anni fa bollate dalla maggior parte dei cosiddetti esperti come dei prototipi inutili e costosi mentre, in realtà, oggi sono in grado di produrre una quantità significativa di energia e influenzare considerevolmente il funzionamento dell’intero sistema elettrico. L’altra considerazione è di sistema: in Italia dovrebbero essere costruite ancora decine di nuove centrali a gas o a carbone, più relative infrastrutture d’appoggio.
La domanda che sorge spontanea è: c’è davvero questa necessità, dato il potenziale di crescita delle energie rinnovabili e il calo dei consumi energetici?...continua a leggere
Fonte: www.tekneco.it

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