Si fa un gran parlare in questi giorni di decreto sviluppo, che dovrebbe dare fiato alla nostra economia ingessata da una crisi di cui non si vede la fine. Ma fino ad ora quello partorito dal governo dei tecnici è ancora confuso e senza una vera e propria direzione certa.
Ma analizzando la situazione del meridione, che è considerato a ragione l’anello debole dell’economia del paese, una sorta di zavorra del paese per alcuni, su un punto in particolare si resta quantomeno meravigliati dalla miopia dimostrata dal governo. Ci stiamo riferendo al recente decreto sulle rinnovabili, che ha praticamente ammazzato un settore che stava proprio nel mezzogiorno dando degli incoraggianti segnali di speranza. Negli ultimi cinque anni, infatti, il settore aveva creato circa 140.000 posti di lavoro, buona parte al sud, considerando che di questi almeno 15.000 nella sola Puglia, che è la prima regione italiana nella produzione di energia da energie rinnovabili quali il sole e il vento, e creato decine di nuove aziende che avevano creato un volano positivo per tutta l’economia della regione.
In Puglia, ma anche in Campania, erano sorti dei piccoli distretti delle energie rinnovabili, che avevano creato un indotto per milioni di euro, sospinti certo dagli incentivi del governo, ma anche da una crescente esigenza di diversificare le fonti di energia tradizionali.E a corroborare questa tesi basta dare un’occhiata ai dati sui consumi energetici, espressi da Terna, ci si accorge che la produzione di energia da sole ed eolico, nel 2012, è cresciuta rispettivamente del 347% e del 48%, rispetto all’anno precedente. Il fotovoltaico a marzo 2012 è riuscito a coprire il 7,6% della produzione ( al netto delle importazioni) e il 6,4 % della domanda. Mentre l’eolico sempre nello stesso mese il 5% della produzione e il 4,2% della domanda....continua a leggere
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