Come spesso abbiamo sottolineato, sarà difficile che i provvedimenti che regoleranno i metodi di attribuzione di incentivi statali alle energie rinnovabili vengano stravolti rispetto alla versione presentata dal governo. In ogni caso, associazioni ed imprese del settore sperano di poter contare sulle Regioni, alle quali gli schemi di decreto passano oggi. Il passo successivo sarà poi la Conferenza Unificata, prevista per il 10 maggio, preceduto da un incontro l’8 maggio per riassumere gli emendamenti dal inoltrare agli assessori regionali competenti in materia il 9 maggio.
Il popolo delle energie rinnovabili, rappresentato dagli Stati Generali reduci dalla manifestazione davanti a Montecitorio della scorsa settimana, hanno intanto fatto pervenire alle stesse Regioni un testo che raccoglie i loro commenti e le loro proposte di modifica.
Sappiamo comunque che molte Regioni si sono mostrate scettiche sui contenuti dei provvedimenti presentati dal governo e lo hanno ribadito nel corso degli Stati Generali delle rinnovabili riunitisi nel giorno della protesta. Naturalmente, le critiche sottolineano le possibili ricadute sul fronte dell’occupazione e dell’industria locale, ma si contesta anche la sospensione degli incentivi per chi effettua sostituzioni di coperture in amianto con moduli di impianti fotovoltaici. Le stesse istanze già più volte ribadite da associazioni e imprese, dunque, sebbene le Regioni abbiano un dubbio in più: come rendere compatibili le loro politiche territoriali di promozione delle energie rinnovabili con le soluzioni adottate dal governo?
La speranza resta quindi tutta riposta nelle Regioni, che peraltro osservano da vicino i fenomeni che coinvolgono le energie rinnovabili italiane e sicuramente hanno modo di ascoltare tutte le voci del territorio. E tra queste voci non sarà certo passato inosservato il grido d’allarme di Confartigianato a difesa dei piccoli produttori. “Il Quinto Conto energia rischia di penalizzare il mercato libero dei piccoli impianti di energie rinnovabili e della microgenerazione distribuita in cui operano 85.000 imprese che danno lavoro a 150.000 persone – aveva affermato, come si legge in una nota, il presidente Giorgio Guerrini durante un incontro con il sottosegretario al ministero dell’Ambiente Tullio Fanelli -L’intento di evitare fenomeni speculativi, che peraltro non hanno mai riguardato i piccoli produttori non giustifica misure che colpiscono un sistema che ha creato benefici economici e occupazionali per il Paese”.
Unica certezza, per ora, il fatto che le Regioni difficilmente agiranno in maniera compatta e tutte concordi con le proposte emerse mercoledì scorso in piazza. Non resta che attendere il verdetto finale, ma già gli investitori corrono ai ripari per far fronte ad un nuovo periodo di cambiamento.
-Innova Energie Rinnovabili, Cagliari-
Nessun commento:
Posta un commento