Fonte: ecoo.it
È vero che il pacchetto liberalizzazioni non fornisce più incentivi statali per l’installazione di pannelli fotovoltaici a terra, sui terreni agricoli? Così sembrava, per garantire lo sviluppo delle energie rinnovabili coniugato, però, alla tutela ambientale. Così è, in effetti, ma ai più è sfuggito un particolare. Nello stesso pacchetto, c’è una norma che permette di aumentare l’ammontare dei sussidi per l’installazione di impianti fotovoltaici a terra. Come dire, da una parte faccio finta di toglierti, e dall’altra ti do (basta che non lo fai sapere in giro). E invece no, noi vogliamo farlo sapere eccome. Perché è inutile che questo governo si professi attento alle problematiche del territorio e a basso impatto ambientale, se poi i fatti dicono il contrario. La tutela dei terreni fertili e del settore agricolo, infatti, è un tema importante per il nostro paese, che il mercato dell’energia pulita non potrà mai soppiantare. La convivenza è d’obbligo, senza però che il primo prevarichi il secondo. A questo, infatti, serviva una norma più stringente sui pannelli solari a terra. Se gli incentivi per gli impianti su serre e quelli sugli edifici sono però equiparabili (come previsto al comma 3 dello stesso articolo 65), tutti i discorsi fatti precedentemente non hanno più alcun valore. Se anche i pannelli fotovoltaici possono essere posizionati solo sul 50% della superficie, l’aumento degli incentivi (che li livella a quelli del posizionamento sugli edifici) elimina di fatto qualsiasi possibilità di risolvere efficacemente il problema. E se i produttori si stancassero di produrre cetrioli e pomodori, e scoprissero invece le energie rinnovabili hanno un rendimento molto maggiore? Non è possibile salvare un settore (anche a livello economico e occupazionale) sulle spalle di un altro. In questo dobbiamo dire al Ministro dell’Ambiente, a quello per le Politiche agricole e a tutto il governo che no, proprio non ci siamo.
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