Dopo la lista dei produttori di gadget tecnologici green-friendly dello scorso novembre, Greenpeace ha pubblicato nelle scorse ore l’annuale “Cool IT Leaderboard”, ovvero la lista delle aziende dell’Information Technology impegnate nella riduzione delle emissioni di anidride carbonica derivanti dai loro servizi.
La leaderboard, attiva dal 2009, si propone di pubblicizzare quelle società che hanno scelto uno stile di sfruttamento – e di generazione – dell’energia differente dalle normali scelte dell’industria, affinché possano trainare un settore più verde dell’informatica. Tali società sono state valutate in base a tre fattori chiave: la capacità di fornire soluzioni tecnologiche per il clima, le iniziative per ridurre le loro emissioni inquinanti, le politiche aziendali sull’energia.
A guidare la classifica un nome che non stupisce, quello di Google. Il colosso della ricerca ha ottenuto il massimo punteggio in tema di risparmio di energia e investimento in fonti rinnovabili, dominando così tutte le altre aziende. Segue Cisco che, insieme a Big G stessa, si è impegnata in una politica di utilizzo d’energia prodotta almeno al 20% da fonti verdi. Softbank, sebbene non sia altissima in classifica, è invece la società che ha espresso le posizioni più nette, iniziando un processo di transizione che la porterà a brevissimo a rinunciare totalmente all’energia prodotta per via nucleare. Delude forse Microsoft, considerata la sua posizione strategica sul mercato e la sua capacità di influenzare produttori e partner di terze parti, ferma a un misero tredicesimo posto.
L’obiettivo di Greenpeace è quello di spingere l’Information Technology a rendersi conto del loro potenziale strategico in termini di sfruttamento di risorse energetiche, di produzione di anidride carbonica e altri inquinanti, di riduzione dell’effetto serra e del surriscaldamento globale. I servizi connessi all’ICT, infatti, sono spesso delocalizzati in Asia, dove il problema dell’”energia nera“, ovvero quella altamente dannosa per l’ambiente, è proprio alimentata da un settore informatico in costante crescita e poco attento ai costi planetari della propria espansione.
Lo strumento della classifica, un must ormai storico per Greenpeace, serve proprio a spingere tali realtà a una piena consapevolezza verde: nessun nome blasonato dell’informatica, infatti, gradirebbe essere esposto al pubblico ludibrio per lo scarso impegno in termini ambientali. Basti pensare quanto è successo qualche anno fa con Apple che, proprio per la maglia nera ottenuta nella lista dei produttori, ha repentinamente cambiato tutte le proprie strategie, diventando ora una delle aziende dai prodotti più green.
Ecco la lista completa per “Cool IT Leaderboard”:
Google
Cisco
Ericsson
Fujitsu
Vodafone
Alcatel-Lucent
Sharp
Softbank
IBM
HP
Wipro
Dell
Microsoft
SAP
at&t
HCL
NTT
NEC
Telefonica
TCS
Oracle
Fonte: greenstyle.it

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