mercoledì 8 febbraio 2012

Eolico: in Italia nel 2011 il 10% della produzione europea

I dati della Ewea sul mercato offshore e onshore nella UE calcolano investimenti totali per 12,6 miliardi
La European Wind Energy Association (Ewea) ha pubblicato i dati sull'utilizzo dell'eolico nel 2011. L'anno scorso l'Unione Europea ha fornito 93.957 MW di energia eolica, la stragrande maggioranza sui 96.607 forniti dall'intero continente, un dato in grado di supplire al 6,3% dell'intero fabbisogno europeo. 9.616 impianti sono stati installati nel 2011, riportando una crescita in linea con gli anni passati (15,6%).
Gli investimenti attirati dal settore eolico sono stati pari a 12,6 miliardi di euro, di cui la cifra più grande competeall'onshore con 10,6 miliardi, mentre per l'offshore, che rappresenta la nuova direzione dell''industria eolica, l'investimento è stato pari a 2,4 miliardi. Per quest'ultimo dato è significativo l'apporto del Regno Unito, che con l'offshore produce da solo 725 MW e punta a produrre in questo modo nel 2020 il 17% dell'energia nazionale. In termini più generali, è la Germania ad avere il primato degli investimenti nell'eolico, avendo installato impianti per circa 2.100 MW, il 22% del dato complessivo.

In Italia sono stati installati nuovi impianti per 950 MW, pari al 10% dell'intero eolico europeo, portando la capacità totale nazionale a 6.747 MW; nella graduatoria l'Italia supera la Francia, la Svezia e la Romania.

Il dato sull'eolico si inserisce all'interno dei dati generali sui nuovi mercati energetici dell'UE, dove il primato è raggiunto dai nuovi impianti fotovoltaici (il 47% delle nuove installazioni), seguito dagli impianti a gas (22%) e dall'eolico (21%). In generale il 71,3% di tutti i nuovi impianti energetici tratta fonti rinnovabili.

Per il Policy Director della Ewea, “l'industria dell'eolico continua a crescere solidamente nonostante la crisi economica, ma per raggiungere gli obiettivi di impiego di energie rinnovabili fissati per il 2030 è necessario che si verifichi una crescita più ampia; per raggiungere lo scopo, è fondamentale che i governi europei mandino segnali positivi agli investitori”.

Fonte: edilone.it

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