Fonte: iltempo.it: Sì alla Carbon Tax, se applicata secondo un principio meritocratico che prenda in considerazione anche i costi esterni della produzione elettrica e, soprattutto, se realizzata in tempi brevi, indicativamente entro un mese. E' la posizione dell'Anev, Associazione nazionale energia del vento, che indica aprile come termine oltre il quale il settore l'eolico, che ha aperto il 2012 con i primi licenziamenti, potrebbe correre il rischio "di mandare per strada 5mila persone, secondo le stime fatte dalla Uil".
Lo dice all'Adnkronos Simone Togni, presidente dell'Anev, ricordando che oggi "con il taglio del 22% agli investimenti retroattivi, gli operatori eolici stanno andando avanti con risorse proprie che, però, si stanno esaurendo". Tra benefici ambientali ed economici, visto il costo competitivo del Kwh, l'eolico "potrebbe rappresentare una tecnologia vincente, se solo ce la lasciassero fare", aggiunge Togni, d'accordo in linea di principio con la filosofia del "chi inquina paga".
"Sarebbe un po' come tornare ai certificati verdi che, per come li aveva pensati Bersani, erano una carbon tax dell'elettrico: di fatto, abbiamo disgregato un meccanismo e lo stiamo riproponendo", dice. "In questi dieci anni - aggiunge - abbiamo sempre sponsorizzato l'attuazione di un meccanismo basato sul principio del "chi inquina paga". Mi sembra corretto cercare di capire se si riescono a trovare risorse all'interno dello stesso ambito, valorizzando chi fa produzioni a costo ambientale nullo rispetto agli altri", aggiunge Togni.
"Sarebbe un po' come tornare ai certificati verdi che, per come li aveva pensati Bersani, erano una carbon tax dell'elettrico: di fatto, abbiamo disgregato un meccanismo e lo stiamo riproponendo", dice. "In questi dieci anni - aggiunge - abbiamo sempre sponsorizzato l'attuazione di un meccanismo basato sul principio del "chi inquina paga". Mi sembra corretto cercare di capire se si riescono a trovare risorse all'interno dello stesso ambito, valorizzando chi fa produzioni a costo ambientale nullo rispetto agli altri", aggiunge Togni.
E in quest'ottica, il settore dell'eolico meriterebbe di essere maggiormente valorizzato, "non solo perché, a livello mondiale, è una delle tecnologie più apprezzate, ma anche perché oltre ad apportare benefici ambientali comporta anche benefici economici, visto il costo competitivo del Kwh, come ha riconosciuto anche l'Unione Europea". Eppure oggi, dei 9 miliardi di euro destinati agli incentivi alle rinnovabili, 6 miliardi vanno al fotovoltaico e solo 800 milioni all'eolico che "a parità di produzione elettrica, costa 10 volte meno", sottolinea Togni.
-Innova Energie Rinnovabili, Cagliari-
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