Il governo ha identificato in sei stati occidentali i primi siti candidati alla produzione “facilitata” di energia solare su larga scala
Nonostante il clamoroso fallimento della californiana Solyndra che ha ricevuto 535 milioni dalla Casa Bianca e le altre tre le aziende del solare che hanno annunciato lo stop delle attività, l’amministrazione Obama continua a credere e puntare sull’energia del sole. Il Segretario degli Interni Ken Salazar ha presentato in questi giorni una
road map per lo sviluppo dei grandi progetti d’energia solare. Nel documento ilBureau of Land Management individua le “zone dell’energia solare”destinate a rendere alcuni dei paesaggi più sensibili del deserto statunitense luoghi d’elezione per la produzione di elettricità verde. In tutto 17 “sweet spot”, ovvero 17 aree che hanno già superato i requisiti ambientali.Identificate da un team di biologi all’inizio di questo mese per l’assenza di conflitti ambientali o colturali, le “zone dell’energia solare” toccano sei stati occidentali – 5 in Nevada, quattro in Colorado, tre in Utah, due in California e Arizona, e uno nel New Mexico – per un totale di 445 miglia quadrate di terreno per lo sviluppo guidato di progetti su larga scala. L’obiettivo è di riuscire ad istallare migliaia di megawatt fotovoltaici massimizzando la produzione e riducendo al minimo i problemi con la fauna selvatica. Per Salazar si tratta di “un grande passo in avanti”nell’impegno nazionale verso l’intensificazione degli sforzi compiuti per promuovere l’energia solare. Il nuovo piano sarà soggetto ad un periodo di 90 giorni di consultazione pubblica e, come spiegato dal Vice Segretario degli Interni David Hayes,”fornirà una maggiore chiarezza” sulle modalità con cui progetti possono procedere, dando certezza ai potenziali sviluppatori che lavoreranno in aree considerate adatte dal governo all’energia solare.
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