Fonte: greenstyle.it: Sul reale peso degli incentivi alle rinnovabili, e in particolare quelli destinati all’energia fotovoltaica, sul totale della bolletta elettrica degli italiani in questi giorni si dice tutto e il contrario di tutto. Che ci sia un dibattito sulla stampa sulla questione incentivi è più che normale, in tempi di crisi. Che a dire due cose opposte siano due ministri dello stesso governo, con l’Autorità per l’Energia in mezzo, lo è molto meno. I due ministri sono ovviamente Corrado Clini e Corrado Passera.
Secondo il primo, ministro dell’Ambiente, non è vero che i rincari delle bollette elettriche siano dovuti esclusivamente alle rinnovabili come dice il secondo, ministro dell’Economia. Il problema, però, è che gli incentivi al fotovoltaico li decide Corrado Passera e non Corrado Clini. Il ministro dell’Ambiente, in un’intervista ha recentemente chiarito la sua posizione:
Mettere in contrapposizione la riduzione della bolletta energetica e il sostegno alle fonti rinnovabili, come ha fatto recentemente l’Autorità per l’Energia, è un errore strategico. Rischieremo di uscire dal settore delle rinnovabili mortificando la capacità innovativa del Paese, penalizzando l’industria nazionale, aumentando la disoccupazione: sarebbe come abbandonare la telefonia negli anni Ottanta, prima del boom. Possiamo spingere sul pedale dell’efficienza e delle energie pulite e contemporaneamente alleggerire il costo delle bollette.
Il riferimento è all’Autorità per l’Energia che aveva addirittura chiesto, il 30 marzo, uno stop di un mese agli incentivi alle rinnovabili:
L’Autorità sente l’esigenza di dare un segnale, chiaro e concreto. Il tempo di un mese potrà servire ai decisori delle politiche energetiche per operare le migliori scelte, con modalità sopportabili per i cittadini e per le imprese, alle quali si sta già chiedendo uno sforzo titanico vista la congiuntura economica.
Il ministro dello Sviluppo Economico Passera, invece, discutendo della bozza per le rinnovabili attualmente in discussione in Consiglio dei Ministri (con la quale si tagliano gli incentivi anche alle altre fonti oltre al fotovoltaico) aveva candidamente ammesso:
In passato si è speso troppo e male, ecco perché ora l’Esecutivo interverrà riallineandoli a quelli degli altri Paesi.
Precedentemente, invece, sempre Passera aveva parlato di uno sviluppo ulteriore dei giacimenti nazionali di petrolio e gas per ridurre le importazioni dall’estero di queste due fonti fossili.
Tutto questo, però, mentre iniziano ad arrivare le autorizzazioni da parte del Governo (ministro Clini compreso) a numerosi rigassificatori che aumenteranno le importazioni di gas naturale dall’estero.
Tutto questo, però, mentre iniziano ad arrivare le autorizzazioni da parte del Governo (ministro Clini compreso) a numerosi rigassificatori che aumenteranno le importazioni di gas naturale dall’estero.
Si aggiunga il giallo delle bozze del Quinto Conto Energia che, seppur non sia certo che provengano da ENEL come in molti suppongono, sono certamente oggetto in queste settimane di una forte attività di lobbing da parte dei big del termoelettrico italiano. Ma, allora, come stanno realmente le cose? Gli incentivi alle rinnovabili sono realmente la causa dei rincari della bolletta dell’elettricità?
Una prima risposta è stata già data dalla stessa Autorità per l’energia che oggi chiede lo stop agli incentivi ma, ai primi di gennaio, metteva nero su bianco che solo una parte minoritaria degli aumenti è dovuta al fotovoltaico mentre il resto è dovuto al prezzo del petrolio e del gas e ad altri costi caricati in bolletta.
Ma non si possono neanche escludere forti manovre speculative sui prezzi dell’energia elettrica. Quali siano queste manovre lo spiega perfettamente Giovanbattista Zorzoli, ex presidente ENEL:
I dati sulla borsa elettrica pubblicati dal GME parlano chiaro. Prima c’erano due picchi di prezzo, uno di giorno, verso le 11 di mattina, e uno di sera, verso le 18-20. Ora il picco delle 11 di mattina è scomparso e in compenso è aumentato il picco serale. Per esempio, martedì 13 marzo tra le 18 e le 20 il prezzo del MWh nel cosiddetto mercato del giorno prima era di 165 euro, cioè 2 volte quello del primo pomeriggio e 4 volte quello della notte. Cosa succede? A quell’ora, i produttori che ci rimettono nella fascia diurna cercano di rifarsi.
Secondo quanto spiega Zorzoli, quindi, il fotovoltaico (per quanto fortemente incentivato) non farebbe salire la bolletta ma, al contrario, la farebbe scendere. Questo perché nelle ore di massimo consumo, cioè dalle 11 alle 13, c’è anche la maggiore produzione fotovoltaica. Il che impedisce che il prezzo salga perché la quantità di energia prodotta copre quella consumata, evitando che si crei un eccesso di domanda che fa saliere il prezzo dell’energia.
Quello che non si spiega, invece, è perché il secondo picco (quello serale tra le 18 e le 20) sia salito ulteriormente: i consumi, in quell’orario, non sono affatto cresciuti quindi ci deve essere qualcuno o qualcosa che modifica l’equilibrio tra domanda e offerta. Queste manovre sotto banco, quindi, vanno a vanificare gli effetti positivi sul prezzo derivanti dal fotovoltaico facendo sembrare al consumatore che sia proprio colpa dell’energia rinnovabile se le bollette schizzano alle stelle.
Ultimo contributo molto utile a capire come stanno veramente le cose viene da uno studio dell’OIR (Osservatorio internazionale sull’industria e la finanza delle rinnovabili) nel quale si conteggiano costi e benefici delle rinnovabili dal 2008 al 2030. I dati che emergono parlano di una situazione completamente differente da quella ipotizzata da Corrado Passera e dall’Autorità per l’Energia.
Se è vero che nel periodo 2008-2011 le rinnovabili hanno avuto un saldo netto (tra costi e benefici) negativo di 3 miliardi di euro, proprio a partire dal 2012 l’Italia ci inizia a guadagnare e, già nel 2020 (cioè appena tra otto anni) il saldo positivo arriva a 79 miliardi di euro.
Questo guadagno per l’Italia, secondo lo studio dell’Osservatorio, deriva principalmente da alcuni fattori:
- Mancato import combustibili fossili
- Nuova occupazione
- Appiattimento curva domanda
- Royalties
- IMU
Questi benefici tengono conto degli attuali incentivi al fotovoltaico e alle altre rinnovabili. Se venissero ridotti molto probabilmente le energie pulite tirerebbero il freno e quei 79 miliardi di vantaggi per l’Italia diventerebbero molti meno.
Ci guadagnerebbe al contrario la vecchia industria dell’energia. Quella del gas e del petrolio, nazionali o d’importazione che oggi, come spiega anche Zorzoli, si trova fortemente penalizzata dalle rinnovabili perché ogni kWh prodotto con il sole e con il vento è un kWh in meno prodotto con il gas o l’olio combustibile. Sarà per questo che è nata una gran polemica sulle rinnovabili ed è cresciuto in maniera così naturale il costo dell’elettricità dalle sei alle otto di sera?
-Innova Energie Rinnovabili, Cagliari-
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