lunedì 19 dicembre 2011

Il fotovoltaico non va giù ad Aiello business con poca trasparenza «Cosentini e Poidomani in conflitto: sono controllori e controllati»


Il tema è energeticamente scottante e qualitativamente "alternativo": business fotovoltaico. Gli argomenti che piacciono a Francesco Aiello, leader del Movimento territoriale di Azione democratica, sollevati in prossimità delle feste natalizie, per mettere adrenalina alla città, in stato d'allerta l'amministrazione comunale, tutto il gruppo tecnico e burocratico composto dalla ditta Gama, dall'architetto Cosentini, dal dirigente Franco Poidomani e dai vari funzionari dirigenti dell'ufficio tecnico che lavorano al business fotovoltaico; e, perché no, anche la Procura, già avvisata di essere informata qualora dovessero emergere ipotesi di reato nell'affare che mira a realizzare il mega piano del fotovoltaico sul territorio di Vittoria.
Per trascrivere su carta il magma vulcanico uscito dalla bocca di Giovanni Lombardo, Francesco Aiello e Gino Cicciarella nella sala "Lisi" (oggi la bella copia di quella segreteria democristiana spoglia e disadorna negli anni Ottanta) ci vorrebbero più risme di carta. I dirigenti del Movimento territoriale partono da un raffronto: il regolamento comunale sul fotovoltaico di cui s'è dotato il Comune di Lentini (perfetto, trasparente e democratico) e le regole scritte dal Comune di Vittoria, «l'opposto di quello di Lentini». Prima di andare avanti nei dettagli, subito il piatto forte: «Allontanare immediatamente dagli uffici comunali l'architetto Cosentini e l'ingegnere Poidomani, perché hanno nelle loro mani l'intero affaire fotovoltaico, non solo di Vittoria, ma dell'intera provincia.
Anzi, sono in conflitto di competenze, tutti: fanno le regole e le controllano, sono controllori e controllati; e decidono a chi affidare gli incarichi, ai soliti tecnici, alla solita "Gama", senza ribassi d'asta: una sorta di far west dove vengono sfregiati piani paesaggistici e piani regolatori. In tutto le persone che gestiscono il fotovoltaico non sono più di cinque. Un privilegio per soli intimi. Andremo alla mozione consiliare e denunceremo tutto alla Procura se riscontriamo ipotesi di reato. Ci diano risposte l'assessore alla Trasparenza e Sel!».
Argomenti che rasentano il confine di una nuova querelle giudiziaria, perché le illazioni nella sala Lisi sono troppo forti e la reazione non sarà da meno. Accuse di interessi personali tutte da provare, certo, ma intanto ci sono e meritano una risposta. Più che a rispondere i tecnici e le ditte citate, sarà certamente il sindaco Giuseppe Nicosia a reagire a quest'accuse così forti per annacquare una polemica che mancava da molto tempo in città. Aiello appare a tratti scatenato.
Con sarcasmo fa pure l'analisi logica e grammaticale della delibera comunale sul fotovoltaico. «Bloccano le serre, espiantano alberi di carrubo e di ulivi, violentano il paesaggio pur di fare diventare tutto fotovoltaico».
Ma l'aspetto più inquietante è la parte finale. Chi garantisce lo smaltimento di questi impianti? «Nella delibera del comune non c'è traccia - dicono Aiello e Lombardo – chi controlla lo smaltimento e il ripristino del territorio? Non si sa. Unaltro business che denunciamo con forza».
Argomenti che infervorano anche Titta Rocca fra i presenti, sì, l'ex esperto di Nicosia che scoperchiava le "pentole bollenti" del decennio Aiello per conto di Nicosia. Che ci fa ora di nuovo con Aiello, è lecito chiedersi: «Perché io sto sempre dalla parte della legalità», risponde Titta Rocca.

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